San Nicola La Strada. Apprendista Pizzaiolo, il locale dove pur cambiando i pizzaioli, la pizza non cambia.

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Una fucina, un laboratorio, una factory. Ecco, esattamente come quella ex fabbrica situata nel cuore di Manhattan, che Andy Warhol riconvertì in uno spazio creativo, è “Apprendista Pizzaiolo”. Solo che qui, al posto di star e artisti emergenti, abbiamo loro, i pizzaioli, che periodicamente si alternano, alla ricerca dell’impasto o della farcitura perfetta. La pizzeria, nata appena due anni fa a San Nicola La Strada, dalla mente imprenditoriale e a tratti visionaria di Mario Tirozzi e Vincenzo Castaldi,  già dal nome, rileva un animo in continuo divenire. Il locale, situato in Viale Carlo III, la via voluta da Vanvitelli per collegare facilmente Napoli a Caserta, porta la firma dell’architetto Michele Citro, che ha studiato un moderno gioco di luci e di specchi accompagnate da  particolari strutture a soffitto. 80 i coperti interni, ben distribuiti nella sala dai colori rilassanti del verde e del giallo, alternati a leggere sfumature di mattone. Altrettante  le sedute del dehors, caldo ed accogliente quando le temperature lo permettono. Il menù è molto ricco e consta di varie sezione, allo scopo di permettere al cliente di spaziare tra le varie proposte, ma senza essere distratto dal primo e più importante ingrediente di una pizza: l’impasto, studiato per garantire un’ottima digeribilità. In carta quindi, oltre all’offerta pensata per l’attesa, pizze classiche, sperimentazioni, stagionali e una sezione intera dedicata al padellino, disponibile tutti i giorni eccetto il sabato. Affezionarsi al pizzaiolo o alla pizzaiola di turno? No, non è questo l’obiettivo di “Apprendista Pizzaiolo”, che mira a conquistare la sua identità non con una persona, ma con la sua pizza. In una settimana, infatti, potreste ritrovare dietro al banco diversi pizzaioli, ma uguale pizza. Cambiano i volti, ma non l’impegno e la preparazione perché, qui, come nelle addizioni, vige l’elementare principio della proprietà commutativa e quindi, pur variando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia.