Da pane dei poveri a ingrediente di gustosi piatti e dolci. Un percorso lungo alcune centinaia di anni. Un percorso che l’ha portata da fonte di sostentamento a simbolo goloso dell’autunno. La castagna, che ha origini antichissime, è stata per tanto tempo molto di più un semplice ingrediente di stagione. Durante il medioevo è stata alla base dell’economia rurale di intere regioni, diventando un’ottima alternativa alla farina di grano, arrivando a sostituirla nei periodi di carestia o di guerre. Un alimento, quindi, che ha attraversato la storia millenaria della civiltà umana legando la sua fama in cucina e la sua longevità alle proprie caratteristiche nutrizionali. Zuppe e minestre contadine, soprattutto delle zone collinare, erano essenzialmente a base di castagna ed erano l’unico pasto energetico di intere popolazioni. Ed è grazie alle sue elevate qualità, nonché alla sua bontà che, da semplice fonte di sostentamento delle zone agricole povere e depresse, è arrivata a conquistare il cuore delle città, fino a diventare, ai giorni nostri, ingrediente di numerosi piatti gourmet, dolci (basti ricordare i famosissimi marron glacè) e gelati. Tra le varie cultivar, presenti sul territorio nazionale, alla “castagna di Montella” spetta senz’altro un posto di rilievo. Tutelata dal marchio Igp, la pregiata castagna che si produce in provincia di Avellino, appartiene alla varietà “Palummina”, di pezzatura media e forma tondeggiante, con una delle due facce piatta (che ricorda appunto una piccola colomba) e la polpa bianca, croccante e dolce. Con una notevole produzione rappresenta un importante elemento dell’economia complessiva delle zone alte dell’Irpinia. Ma a rendere ancora più prezioso questo frutto (per la precisione la castagna è il seme del frutto che è, invece, l’involucro esterno detto riccio) tipico dell’autunno sono stati quei ristoratori e quegli chef più attenti nella preparazione di pietanze legate ai prodotti del territorio. Quelli, insomma, che da tempo hanno fatto scelte coraggiose, rivoluzionando la propria cucina per avviare un intelligente e creativo recupero dell’antico patrimonio gastronomico, badando al tempo stesso alla qualità nell’offerta dei piatti. Un bell’esempio arriva dal ristorante lo Schizzariello del centro storico di Sorrento, dove col giungere dell’autunno i patron del rinomato locale, Giovanni Aversa e Giuseppe Coppola, iniziano a proporre, nell’invitante menù, pietanze con gli ingredienti di stagione. Ed uno dei primi piatti che più rappresenta l’autunno è quello ideato dallo chef dello Schizzariello Stefano Fontana. Un piatto che suona come un omaggio alla castagna, regina dei boschi, ma che si rivela come una vera e propria sinfonia autunnale. Castagne, zucca e cavolo nero sono ingredienti tipici della stagione e lo chef Fontana li ha saputo mettere insieme per costruire un primo che racconta della cultura contadina e della tradizione in cucina. La pasta scelta per questo primo sono le mafalde che ben amalgamate ai tre ingredienti ricevono l’aggiunta finale del gorgonzola che equilibria la dolcezza della zucca e delle castagne