“La vita accanto”, il nuovo film di Marco Tullio Giordana. Un Racconto di Ribellione e Connessioni Inespresse

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Diretto con maestria da Marco Tullio Giordana, “La vita accanto” è un adattamento cinematografico del romanzo di Mariapia Veladiano, pubblicato nel 2010. La sceneggiatura vede la collaborazione del regista con Marco Bellocchio e Gloria Malatesta. Il film si distingue per la sua narrazione delicata e ponderata, particolarmente evidente nella caratterizzazione dei personaggi.

Prodotto da Kavac Film e IBC Movie in collaborazione con Rai Cinema e con il supporto della Veneto Film Commission per 01 Distribution, “La vita accanto” vanta un cast di altissimo livello: Paolo Pierobon, Sonia Bergamasco, Valentina Bellè, Michela Cescon, Edoardo Coen, e le giovani promesse Beatrice Barison e Sara Ciocca.

La trama si sviluppa nella Vicenza del 1980. Maria, felice di aspettare un bambino, annuncia la lieta notizia al marito Osvaldo, un ginecologo stimato e molto più anziano di lei. Tuttavia, la nascita della piccola Rebecca, che porta sul volto una macchia rossa evidente, sconvolge Maria, facendole rifiutare la bambina e associare quel segno a un oscuro presagio. La loro casa, condivisa con Erminia, la sorella gemella di Osvaldo e nota pianista, si riempie di silenzi e sofferenza. Rebecca cresce sotto la custodia della zia e trova conforto nell’amicizia con Lucilla, una compagna di spirito libero.

Durante l’adolescenza, Rebecca inizia a ribellarsi all’ostilità e all’indifferenza della madre e a cercare risposte sulle sue vere origini. Man mano che cresce, scopre che i segreti della famiglia hanno influenzato profondamente la sua vita.

Marco Tullio Giordana, con “La vita accanto”, esplora non solo le dinamiche familiari ma anche le vite degli altri, osservate e giudicate dall’esterno. Il film riflette su come guardiamo e critichiamo le vite altrui attraverso gli schermi dei nostri telefoni, un tema attuale nonostante il romanzo risalga a quasi quindici anni fa. Giordana riesce a espandere la storia oltre i confini temporali, toccando corde contemporanee in modo metaforico.

“La vita accanto” non è solo un racconto di segreti familiari, ma anche una riflessione sulle vite che osserviamo e giudichiamo, facendo emergere profonde connessioni tra passato e presente. Le opere di Giordana, sempre più sofisticate e talvolta incompresse, si distinguono nel panorama del cinema italiano contemporaneo spesso dominato da produzioni di consumo veloce.

Il film riesce a contestualizzare e ampliare la narrazione privata, ricongiungendo ogni tassello a una dimensione pubblica. La macchia rossa sul volto di Rebecca, simbolo di ribellione e deturpazione della facciata borghese, richiama l’iconografia di Luchino Visconti. Giordana costruisce un mosaico di racconti che si intrecciano, ispirandosi tanto alla pagina scritta quanto alla visione di Bellocchio, creando un diario visivo ricco e visionario.

In “La vita accanto”, Giordana trova un filo rosso che collega le sue opere a quelle di Visconti e Bellocchio, esplorando temi come l’incesto e l’infanticidio attraverso una lente storica e sociopolitica. Il film rappresenta un tassello importante nella storia del cinema italiano, capace di toccare corde profonde e universali.