Ferragosto, tra storia e tradizione, la festa di mezza estate che mette l’Itala a tavola in montagna, al mare ed in città

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Una festa popolare e antica. Il Ferragosto ha radici che risalgono ai tempi dell’imperatore Augusto che istituì le “Feriae Augusti”, una festa dedicata al riposo che cadeva ai primi del mese di agosto. Poi la chiesa cattolica la fece coincidere con la data che celebra l’Assunzione in cielo della Madonna spostando la festività al 15 agosto.  Ma questa data coincide anche con il giro di boa delle vacanze estive. Ed è uno dei pochi giorni, insieme al Natale ed alla Pasqua, in cui il Bel Paese si ferma completamente. Città vuote e località turistiche prese d’assalto, anche da chi si può permettere solo una gita di un giorno. Insomma, una festa sentita. Ed a distanza di duemila anni, il ferragosto è ancora il giorno da consacrare al riposo, al ritorno a casa per chi vive lontano per motivi di lavoro ed alle vacanze. Tutto, però, è legato da un filo conduttore che tiene unito abitudini e tradizioni, dalle alpi fino alla Sicilia, per chi è rimasto a casa o per chi è in albergo o in campeggio: i pranzi o le cene di Ferragosto. Anche in questo giorno, nell’Italia della buona tavola, la tradizione gastronomica vive il suo momento magico. Nelle cucine casalinghe, della nostra regione, trionfano gli ortaggi di stagione, dai peperoni ripieni alla classica parmigiana di melanzane, alle zucchine preparate in mille modi. Mentre i primi, spesso passati al forno, sono conditi dai vari ragù (è il momento d’oro del San Marzano), che sono preparati con la carne di vitello, quella di maiale o con quella d’agnello o di capretto per le zone interne del territorio campano. O conditi con i frutti di mare a partire dalle vongole. Immancabili, poi, in ogni casa che rispetta la tradizione ferragostana, l’anguria ed il melone giallo o il “Cantalupo” che con l’aggiunta di un liquore dolce diventa anche dessert. Ma per i campani impegnati nella gita fuori porta è d’obbligo la classica Frittata di Maccheroni, bianca o rossa che sia è una portata immancabile. Come lo sono l’anguria e le grigliate all’aperto che coinvolgono tutto lo Stivale. Ma un tempo questo periodo era connotato da piatti tipici che erano preparati in casa o consumati nelle trattorie di campagna o in riva al mare. Ed ancora oggi sono il simbolo gastronomico di questo giorno. In Umbria, per esempio, il Ferragosto è rappresentato dagli Gnocchi al sugo di papera. Mentre a Roma, ma un po in tutto il Lazio, a farla da padrona è il Pollo in umido con peperoni. Per la verità anche in molte zone rurali della Campania il Pollo paesano al forno con patate è simbolico della giornata di Ferragosto. In Toscana invece c’è il Piccione arrosto ed il Biscotto di mezz’agosto: una grande ciambella soffice, aromatizzata da anice e vino. Sul lago Maggiore invece si preparano  le Margheritine di Stresa,  biscotti burrosi, ricoperti di zucchero a velo. In Puglia ritorna il pollo con il Galluccio ripieno. Chiude questo tour veloce, che ha omesso tante specialità, la Sicilia che con la sua maestosa cucina riserva un angolo speciale al dopo pasto di Ferragosto con un dolce molto particolare: il Gelo di Melone. Un dolce al cucchiaio a base di anguria fresca.