Ischia Film Festival: la “Palazzina LAF” di Michele Riondino è ancora un “film necessario”

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“Palazzina Laf” continua a prendere “a schiaffi” il pubblico per la sua intensità. Questa volta lo ha fatto all’Ischia Film Festival nella serata del 2 luglio. E’ approdato anche sull’isola uno dei film più discussi, in senso positivo, ed apprezzati del 2023. Il film è stato l’esordio alla regia dell’attore pugliese Michele Riondino che è anche protagonista della pellicola. Martedì 2 luglio Riondino ha presenziato alla proiezione del film in Piazza D’Armi nel Castello Aragonese, scenario oramai da anni di uno dei festival più attenti del panorama campano.

La proiezione del film è stata anticipata da un breve talk con l’attore/regista che ha raccontato quali sono state le opinioni e gli effetti del film a partire dalla sua uscita nel 2023. “Molti hanno scritto che questo film fosse necessario. Questa cosa mi ha fatto sorridere e mi gratifica molto”, ha affermato Riondino. Il lavoro dell’attore e regista, nato proprio a Taranto, si è aggiudicato cinque candidature ai David di Donatello 2024 ed ha ottenuto ben tre premi, per il migliore attore protagonista, proprio allo stesso Riondino, per il migliore attore non protagonista, ad Elio Germano ed alla migliore canzone originale “La mia terra”, scritta ed interpretata da Diodato.

L’attore pugliese ha raggiunto il Castello Aragonese in compagnia della compagna storica, nonché moglie, la make up artist Eva Nestori.

In una Piazza D’Armi, gremita di persone, “Palazzina LAF” torna a fare “male”, il giusto sentimento che accompagna una pellicola che narra i retroscena di uno degli impianti siderurgici più discussi e criticati di tutta la penisola italiana. La palazzina “LAF” ( sta per “Laminatoio a freddo”) richiama il caso esploso nel 1998 quando furono denunciati, dai sindacati di categoria dei metalmeccanici, il trasferimento di molti lavoratori dell’ILVA nella cosiddetta palazzina-lager, dove venivano mandati lavoratori altamente qualificati che non volevano essere declassati ad operai. “Ho dato il mio contributo ed il mio tempo per raccontare il rapporto della città con l’acciaieria, senza utilizzare mai la mia grammatica. Questa storia era per me necessaria perché ha avuto l’ambizione di raccontare ad un pubblico che conosce poco la città di Taranto, la complessità della situazione ed una parte della genesi del problema legato all’ILVA”, ha sottolineato Rondino, “Ammetto che in questo film avrei voluto solo fare il regista e avrei voluto che Elio Germano facesse il protagonista. E’ stato lui a convincermi a non stare solo dietro la macchina da presa”.  Michele Riondino, infatti, ha interpretato Caterino Lamanna, operaio in procinto di sposarsi con il sogno di andare a vivere in città con la futura moglie.