Approvato dal Senato il Disegno di legge sulla autonomia differenziata delle Regioni, che definisce le procedure legislative e amministrative da seguire per l’applicazione dell’articolo 116 della Costituzione, ovvero accordare, alle Regioni a Statuto ordinario, una serie di materie di competenza esclusiva. Il testo passerà alla Camera per la seconda lettura. Sono oltre venti le materie di comune competenza dello Stato e delle Regioni che, in base al progetto di legge, potranno essere ad integrale competenza degli enti regionali. Le Regioni potranno chiedere e concordare con il Governo la “devoluzione” di competenze e risorse, trattenendo parte del gettito fiscale generato sul territorio. Numerose le grida dall’allarme provenienti dal Sud. Tra queste, le osservazioni del Professore Gaetano Silvestri, costituzionalista, per nove anni componente della Corte costituzionale e Presidente dal 2013 al 2014. Costui rileva che “ il disegno nasce con uno spirito di chiusura, che consentirà alle regioni di trattenere quanto più possibile le proprie risorse e ridarne allo Stato quanto meno”. Di pari posizione, il Governatore della Calabria Occhiuto, il quale ha dichiarato “ non ho pregiudizi sull’autonomia differenziata, poiché non ho complessi nei confronti di chi governa le Regioni del Nord, ma sono stanco del racconto degli amministratori del Sud, che hanno un approccio solo rivendicativo. Credo che le Regioni del Sud abbiamo tante risorse e potrebbero anche avvantaggiarsi da questo disegno. Molti parlano di autonomia differenziata, senza avere neppure letto il testo uscito dal Senato. La legge è una legge di attuazione della Costituzione e siccome non si sa quanto costerà realizzare i Lep per garantire i diritti sociali e civili in tutt’Italia, queste regole potrebbero riverberare effetti solo quando ci saranno le risorse”. Ancora più efferato il Governatore della Campania De Luca, che nella conferenza stampa tenutasi ieri, ha dichiarato “ nei fatti siamo di fronte alla secessione”, annunciando una mobilitazione straordinaria contro un testo che si fonda su una doppia operazione, la mancata copertura finanziaria della legge e il fatto di rinviare ai Lep di due anni, consentendo di partire da subito con l’autonomia differenziata. De Luca ha dichiarato “la determinazione dei Lep non garantisce nulla. Ciò che garantisce veramente sono le risorse e da nessuna parte se ne parla. Questo perché determinazione non coincide con finanziamento”. “ La compartecipazione al gettito nazionale significa spostare 9 miliardi di euro di Irpef e Iva dallo Stato alle Regioni, dunque non solo non si dice come finanziare i nuovi Lep ma si bruciano risorse statali che servirebbero ai nuovi Lep.” Il testo, come da più parti rivendicato, appare quindi contraddittorio, perché disegna la cornice entro la quale le Regioni possono avviare la procedura per ottenere maggiore autonomia, pur subordinandola alla definizione dei livelli essenziali di prestazione, i Lep, ovvero standard minimi dei servizi che devono essere garantiti uniformemente su tutto il territorio nazionale. L’osservazione a farsi però è la seguente ” se c’è una spesa maggiore a carico dello Stato, l’autonomia verrebbe rinviata all’individuazione delle risorse necessarie a coprire i costi e siccome i costi sono importanti, l’autonomia rischierebbe di restare lettera morta”.