Anche se, con la globalizzazione, la pizza è diventata internazionale e si impasta e si mangia in ogni angolo del pianeta, la sua origine e la sua storia restano indissolubilmente legate alla città di Napoli. Ed ogni nuova pizzeria che apre i battenti, soprattutto nell’area della città metropolitana partenopea, tiene conto del suo glorioso passato e della cultura che sta dietro ad ogni fetta della gustosa pietanza made in Naples. Anche Da Farinati, neolocale di via Bracco a Casavatore, la pizza è intrisa di tradizione e cultura e attraverso la loro 4 gusti si possono ripercorrere 4 secoli di storia partenopea. Dalla pizza dei marinai a quella della borghesia, passando per quella preferita da Gioacchino Murat, fino ai fritti dei Borbone. L’idea è degli imprenditori Gennaro Del Buono, Giovanni Pianelli e Renato Ruggiero, appassionati di cibo e di design, che hanno fatto del locale un’esplosione di fantasia e creatività in salsa vintage, sia in cucina che negli arredi. La pizza storica nasce da uno studio di Ruggero che con i suoi pizzaioli ha saputo mettere insieme quattro secoli di sapori: il ‘600 che s’ispira alla pizza dei marinai, con sugna, pecorino, aglio, origano e con l’aggiunta del pomodoro infornato; il ‘700, con un omaggio a Gioacchino Murat, che amava la pizza con “cicinielli”, sugna, aglio, origano e anche qui con l’aggiunta di pomodorini gialli. L’800 porta la pizza del popolo: una marinara all’ombra, infine il ‘900 che porta il gusto della borghesia ovvero la classica pizza margherita. Ma le gustose bontà non finiscono qui. C’è la pizza “napoletana al ruoto” con pomodoro San Marzano, pomodorini, origano, acciughe, olive nere, basilico, olio evo. Tra le croccanti in teglia c’è quella “esotica” abbinata a un Mojito, con salsa avocado, salmone affumicato, stracciata di bufala campana doc, fresco di zeste di limone. Tra le speciali la pizza “Farinati mood” con mozzarella di bufala campana Dop, confettura di “crisommole” del Vesuvio, guanciale stagionato, rucola liquida, provolone del Monaco e la pizza “come se fosse parmigiana”, condita con crema di melanzane arrostite, stracciata di bufala, chips di melanzane dorate e fritte, ragù napoletano e salsa di basilico. Poi i fritti rivisitati del monsù, preparati da Ruggiero con le ricette di Antonio Tubelli. Tra cui la crocchetta di pollo con salsa ai porcini, uovo alla monachina, frittatina alla finanziera, palla di riso con zafferano e ragù. E le celebri frittatine: la classica, la Nerano, la carbonara e il “percorso di montanare” a cura di Ruggiero, già vincitore del premio “miglior frittatina di pasta 50 top pizza”. La nota più dolce è la ricotta fritta zuccherata che fa tornare bambini. I dessert sono fatti in casa: tiramisù, cheesecake, tortino di cioccolata.