Carne di maiale e vino rosso per la ricetta che esalta la mela annurca.

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Dalla tradizione popolare il piatto tipico che esalta i prodotti di stagione ed i sapori autunnali

Tra Sergente e Caporale, la mela campana mette in riga tutti. La mela annurca Igp, vera regina dei frutteti regionali, è conosciuta anche come la Caporale. Poi c’è la Sergente un antica varietà tuttora diffusa nelle province di Caserta, Avellino, Napoli e Benevento. E’ molto simile all’annurca, anche se è lievemente più grande, vagamente più aromatica e la sua pianta è molto vigorosa. La Sergente, insieme alla più nota Annurca, era alla base della melicoltura campana fino all’immediato dopoguerra. Successivamente è stata via via soppiantata, nonostante le ottime qualità organolettiche. Oggi entrambe sono ancora coltivate nel napoletano, beneventano e parte dell’avellinese. Il grosso della produzione beneventana inizia a ridosso della Valle di Maddaloni, precisamente a Sant’Agata dei Goti, per estendersi fino al monte Taburno. Mentre la produzione del napoletano si concentra nell’agro giuglianese dove i pochi terreni salvati alla speculazione sono tutti coltivati con i prodotti tipici campani tra cui la famosa mela annurca. In cucina la mela, ma anche altra frutta è stata spesso compagna di pietanze di carne, soprattutto di cacciagione per stemprare, con la freschezza e la loro dolcezza, l’odore selvatico della carne dell’animale cacciato. E’ cosi che nel rinascimento nascono principesche portate di selvaggina ripiene di frutta cotta. Anche il maiale è preparato spesso con la frutta nelle ricette internazionali, come quelle che arrivano dalla cucina cinese. In Italia c’è un filo sottile che dal medioevo non si è mai spezzato portando fino ai nostri giorni alcuni piatti di carne preparati in abbinamento con la frutta, in particolare con quella più dolce come i fichi o le prugne secche. Ma anche le mele hanno la loro parte da protagonista in alcuni piatti con il maiale che in generale in Italia si esalta per lo più da solo. Nella ricetta rilevata da un classico ricettario di piatti popolari, la carne di maiale incontra il vino rosso e la mela annurca, due prodotti che ben si addicono all’autunno campano. Il vino, con la sua acidità, serve per smorzare l’odore particolarmente intenso della carne di maiale, soprattutto se è paesano, e lo profuma di cantina e di mosto. Mentre la mela annurca con la sua dolcezza lo completa e lo inonda dell’aroma dei frutteti della nostra regione che in questo periodo sono pronti per la raccolta delle famose mele che continueranno a maturate sulla paglia dei melai. La ricetta (vedi box) è di facile esecuzione e si prepara in poco tempo. Ma ha il giusto sapore che raccoglie gli elementi essenziali di un buon piatto. Rispetta la stagionalità, il proprio territorio e la tradizione.  

La Ricetta: Spezzatino di capicollo di maiale con vino e mele annurche Igp

Ingredienti per 4 persone: 500 grammi di spezzatino di capicollo di maiale, 4 mele annurche
2 bicchieri di vino rosso, sale, pepe, olio extravergine di oliva ed un cucchiaio di farina

Procedimento: Scaldare l’olio in una padella capiente. Quindi infarinare i pezzi di carne e  rosolarli in padella. Quando sono leggermente dorati aggiungere un bicchiere di vino rosso e lasciare sfumare. Tagliare le mele a tocchetti e aggiungerle in padella quando il vino è tutto evaporato. Far rosolare le mele assieme alla carne e poi aggiungere l’altro bicchiere di vino rosso, sale e pepe. Quando la carne è cotta (in tutto ci vorrà una mezz’ora) impiattare e spolverare con pepe appena macinato.