Educazione al rispetto della dignità umana: il ruolo fondamentale della scuola
Educare al rispetto verso la persona, alla tutela della dignità umana ma soprattutto sensibilizzare gli adolescenti sul tema della violenza di genere è un dovere per il sistema scolastico. La società del futuro si sta formando ora. Gli uomini del domani vanno indotti al rispetto ed alla consapevolezza. In Italia si discorre continuamente di violenza di genere e si attuano, anche attraverso la formazione scolastica, percorsi volti alla trasmissione di messaggi positivi.
Sul finire del 2022 al Liceo Scientifico “Renato Caccioppoli” di Scafati si è tenuto un incontro con Barbara Bartolotti, fondatrice e presidente dell’associazione “Libera di vivere”, nell’ambito delle attività previste dal curriculo di educazione civica.
“Libera di vivere” al liceo “Renato Caccioppoli” di Scafati
Rispetto, legalità, lotta alla discriminazione e pari opportunità sono concetti che oggi rimbalzano nella quotidianità, sui media ed in tv. Parlarne è un bene ma non è mai abbastanza. E’ necessario che testimoni e vittime raccontino esperienze concrete. E’ sempre la vita vera che insegna. Sulla scia di questa necessità venerdì 16 dicembre nell’Aula Magna della sede di via Domenico Velleca, alcune classi del liceo hanno potuto ascoltare, confrontarsi e porre domande a Barbara Bartolotti.
Barbara Bartolotti è una donna siciliana, scampata nel 2003 alla morte a seguito di un’aggressione violenta da parte di un suo collega di lavoro, forse segretamente infatuato di lei.
In un tranquillo sabato di dicembre Barbara sfiora la fine della vita e rischia di morire carbonizzata. Seguiranno settimane di coma, di sofferenze atroci per rimuovere le ustioni, di chiacchiere di incredulità verso la sua versione e di abbattimento morale. La Bartolotti, tuttavia, già sposata e mamma di due figli ed in attesa di un terzo ( perso durante l’aggressione) si è rialzata ed ha cominciato a lottare per tutte le donne vittime di violenze. Potete leggere la sua storia completa qui.
(Barbara Bartolotti ed Evelina Diodato a Telenuova)
“Ho conosciuto la Bartolotti poco prima della pandemia, grazie ad uno scrittore, Marcello Morgera”, ha raccontato Evelina Diodato, la professoressa di lingua inglese che ha seguito ed ospitato Barbara Bartolotti nella sua permanenza campana. “Ho voluto fortemente che Barbara Bartolotti venisse a parlare ai miei ragazzi, perché bisogna sensibilizzare”, ha sottolineato la Diodato, “Alla fine della conferenza, ogni studente si è avvicinato alla Bartolotti e ha donato un pensiero scritto su fogli di carta e post it. E’ stato il loro modo per mostrarsi vicini alla donna”, ha sottolineato la prof. La docente ha moderato l’incontro in aula magna. Durante la pandemia, l’insegnante è stata coinvolta in numerose iniziative di “Libera di vivere” sino a diventarne un’attiva sostenitrice e a volere la donna nella sua terra. L’incontro scolastico, tenutosi il 16 dicembre, è stato avvolto da un velo di femminismo spiegato attraverso la letteratura. Sono stati letti passi e citati libri.
Femminicidio tra i “sè”, i “ma” ed i “però”: la violenza dei racconti
Barbara Bartolotti ha raccontato la sua storia, scatenando numerosi dubbi e perplessità in platea. Il sentimento generale degli studenti è stato di shock e sgomento dinanzi ai racconti della vittima. Da sempre è difficile avvicinarsi a certe storie, ascoltare la brutalità degli eventi e le conseguenze dolorose. La Bartolotti, a distanza di anni, ha il coraggio di incontrare gli studenti e raccontare il suo calvario, non solo fisico ma anche processuale. L’aguzzino della Bartolotti, dopo aver scontato la pena, ha trovato lavoro, si è sposato ed ha creato una famiglia. Lei porta ancora i segni morali, psicologici e fisici di quel dannato sabato pomeriggio in cui si finse morta per scampare alla morte vera. Negli anni la Bartolotti ha dovuto lottare contro i pregiudizi, l’incredulità, la leggerezza e la superficialità dei media. Spesso ci si è chiesti perché lei sia salita in quell’auto quel giorno, ma nessuno si è mai chiesto perché mai avrebbe dovuto temere un tranquillo collega di lavoro.
(Barbara Bartolotti nell’aula magna del liceo Caccioppoli, dove sono stati esposti anche i suoi libri)
Mercatino Vintage: il ricavato donato all’associazione della Bartolotti
All’incontro hanno partecipato alcune terze ed alcune quarte, che hanno, successivamente, realizzato un mercatino nel cortile del liceo. Il ricavato delle vendite è stato devoluto interamente a “Libera di vivere”. L’associazione è un punto di riferimento per le donne, bambini ma anche uomini che siano vittime di qualsiasi tipo di violenza. “Il nostro mercatino si è chiamato “Bello&Buono”, in quanto la concezione di bellezza, per noi studenti, è nella lotta”, ha affermato Chiara Ricciardi, studentessa nonché responsabile del giornalino scolastico, “I capi vintage sono stati venduti a poco prezzo. Abbiamo ricavato trecento euro in un paio di giorni. La nostra scuola è solidale verso queste tematiche”, ha sottolineato la studentessa, “I capi erano accompagnati da cartellini su cui vi erano citazioni in lingua greca”. L’evento è stato realizzato in sinergia: studenti, docenti e personale scolastico si sono impegnati a fondo per la realizzazione dell’incontro. Il 16 dicembre l’Aula Magna è diventata una “scatola” di confidenze, domande, risposte, silenzi e perplessità. “E’ possibile perdonare la violenza?”, “Si può dimenticare”.
Il racconto della Bartolotti ha aperto le menti ma soprattutto le coscienze. Affinché i messaggi di alto spessore morale passino e restino, è sempre necessario muovere gli animi.