E’ un Carnevale diverso quello nella città dei Monti Lattari che decide di inviare all’Italia e al mondo intero un messaggio di pace e contro ogni guerra attraverso un carro carnascialesco che rappresenta, al tempo stesso, gioia per la fine della pandemia e angoscia per l’inizio di un conflitto sanguinoso e dalle fosche prospettive. E proprio dal Carnevale di Gragnano arriva non solo un «no perentorio» alla guerra, ma anche un appello a mettere fine ai bombardamenti e ai combattimenti. Gragnano città della pasta e della pace: è questo il binomio a cui tiene tantissimo il sindaco Nello D’Auria che ha fatto sventolare la bandiera arcobaleno dal balcone del palazzo municipale. «Totò valorizza le eccellenze del territorio di Gragnano, ma il Carnevale che viviamo, con tanti bambini in piazza e per le strade, è dedicato soprattutto all’Ucraina e ad ogni tentativo di minaccia alla pace nel mondo, dice D’Auria. Noi sindaci non abbiamo eserciti, ma il nostro ruolo è costruire il dialogo tra gente e popoli diversi. Mi sono già unito a tanti primi cittadini italiani ed europei che hanno lanciato un appello ai sindaci ucraini e russi chiedendo loro di dare un segnale per la fine del conflitto. Il nostro Carnevale – conclude il sindaco D’Auria – vuole dire questo chiaramente: le sanzioni, per quanto dure, non bastano. Le armi devono tacere e deve tornare a parlare la diplomazia».