A Natale, la Comunità di Sant’Egidio, quando in tutto il mondo le famiglie si riuniscono attorno alla tavola, fa festa con una famiglia più larga fatta da senza fissa dimora, migranti e profughi, famiglie in difficoltà, anziani soli, carcerati. Una festa che ha resistito alle difficoltà della pandemia e che raggiungerà decine di migliaia di persone in Italia e nel mondo. Anche quest’anno – nel rispetto delle norme sul distanziamento e con tutte le precauzioni necessarie a prevenire la diffusione del virus – regaleremo a tanti la gioia del Natale. A Napoli, il 25 dicembre, alle ore 13, nella chiesa di San Severino e Sossio, ci sarà la Festa del dono, con laconsegna diregali e di un pasto natalizio ai poveri che verranno. Sarà presente l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia che assieme ai volontari della Comunità, accoglierà i poveri nella Basilica. Se attorno a noi aumentano la povertà e lo spaesamento, cresce anche il nostro impegno e la creatività affinché la festa di Natale raggiunga tutti: chi è più in difficoltà, chi è povero e solo, chi è senzatetto, chi è anziano e sente il peso dell’isolamento, i tanti che, forse per la prima volta nella vita, si sono trovati a dover chiedere aiuto perché impoveriti dalla crisi. Nel giorno di Natale, sono previste altre Feste del dono nelle chiese di Sant’Antonio Ardia (Campi Flegrei) e S. Maria Assunta (Aversa), mentre le carovane della solidarietà raggiungeranno altri senzatetto, gli anziani isolati, i poveri sparsi nella città, percorrendo le strade dei Campi Flegrei, dei Quartieri Spagnoli, del Vasto e nella zone del Mercato Ittico, della Stazione marittima e del Molosiglio. Altre distribuzioni verranno fatte nei giorni precedenti e successivi al Natale: raggiungendo anziani a casa e in istituto, rom, disabili migranti e carcerati. In particolare nel Carcere di Santa Maria Capua Vetere, non potendo fare il consueto pranzo, verrà distribuito un piccolo panettone a ciascun detenuto. La Comunità di Sant’Egidio mantiene la tradizione e prepara una festa ricca di calore per i più fragili. Viene Natale, ed è davvero una luce in questo tempo reso difficile dalla pandemia, quella luce che da gioia e speranza a esistenze segnate dalla sofferenza e da vecchie e nuove povertà. Il segno di una città più umana che non lascia indietro nessuno.