Il 10 l’evento che rievoca l’arte della sensualità con “la notte delle lupe”
A Pompei ritorna tutto il fascino dei sapori del passato. Un viaggio nella storia di duemila anni fa accompagnati per mano da Francesco Di Martino, patron del Caupona e dallo chef Giovanni Elefante. Il ristorante Caupona conferma che la città degli scavi archeologici più famosi dell’intero pianeta, è una terra che da sempre sa offrire ospitalità, relax e tanta buona cucina. Una cucina che parte dai prodotti d’eccellenza che nascono ai piedi del Vesuvio e che erano apprezzati già dagli antichi romani che qui venivano ad “oziare” nelle lussuose ville che facevano di questo posto una antica Malibù o Saint Tropez. Una terra che ha saputo resistere alla catastrofica eruzione del 79 d. C. per rinascere e continuare ad essere una delle attrazioni turistiche più importanti d’Italia, anche grazie ad una cucina che mette nei piatti tutta la tradizione ed il gusto del passato. Come succede al Caupona dove hanno scelto di superare il classico modello di ristorazione per porsi come un presidio culturale attento alla ricerca ed alle testimonianze del calibro di Apicio per proporre una cucina interamente suggerita dalla storia. E’ così che nascono iniziative come l’imminente mostra di gioielli ispirati all’archeologia o la presentazione del libro “Storia di un’antica caupona” scritto con lo storico Flavio Russo e con prefazione di Maurizio De Giovanni. Oppure iniziative come quella di venerdì 10 che vede una cena spettacolo che rivisita i moderni burlesque per trasportarli nell’antica Pompei, con l’alternarsi di piccoli siparietti che mescolano ironia, elementi di trasformismo e striptease, rievocando però tutte quelle figure all’antichità pagana: satiri, divinità, ninfe, regine e danzatrici orientali. Insomma un locale che sa fa far rivivere appieno l’atmosfera di venti secoli fa soprattutto a tavola, dove lo chef Elefante ed il suo aiuto Francesco Russo propongono antiche pietanze preparandole, però, per i palati moderni, in modo equilibrato e gustoso. Basta assaggiare il menù dei gladiatori per rendersi conto della bontà di piatti come: la focaccia con finocchietto, miele e curry; le alici ripiene con menta, limone, cacio fiore romano, pepe e scarola di Apicio; la Zuppa dei Gladiatori, con orzo speziato, fave, porro, fieno greco, tonno scottato al timo e panis pompeiano al Garum; il salmone marinato con spezie orientali, salsa Teriyabi con Mirin, crema di ortica e zucchine all’Apicio. O i dolci Crustula: mousse di ricotta di pecora con miele e carruba su biscotto di frumento e marmellata di fichi.