I cuochi italiani applaudono la Colatura di Alici di Cetara Dop. Consenso unanime per il prodotto diventato ormai simbolo della costiera amalfitana nel mondo, protagonista in questi giorni allo Slow Fish 2021 in corso di svolgimento a Genova. Al termine di una giornata aperta dalla presidente dell’associazione della Colatura di Alici di Cetara Dop Lucia Di Mauro che si è intrattenuta sul percorso che ha attraversato il prodotto dai tempi della nascita del presidio Slow Food fino all’ottenimento della Dop. Subito dopo spazio panel test condotto da Secondo Squizzato, presidente associazione Amici delle Alici e Vincenzo Peretti, professore del dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e responsabile scientifico del progetto Calice (acronimo di Colatura di Alici di Cetara). La giusta conclusione è arrivata con il matrimonio con il tartufo del Matese servito sugli spaghetti di Gragnano Igp dallo chef dell’Alleanza campana di Slow Food Giovanni Civitillo.
L’incontro è stato ospitato dallo stand della Regione Campania. Una iniziativa questa resa possibile dalla misura 5.68 del feamp 2014-2020. A fare gli onori di casa, in rappresentanza dell’Ente di Palazzo Santa Lucia, ci ha pensato il funzionario Luciano D’Aponte. Dopo i saluti di rito è partito il percorso sensoriale. I partecipanti sono stati selezionati fra curiosi e addetti ai lavori presenti alla kermesse ligure, gran parte dei quali ristoratori alla ricerca di novità da proporre a quanti andranno a visitarli in questa estate del 2021. “I dati raccolti nelle schede compilate dai partecipanti- ha spiegato Vincenzo Peretti – nel corso del panel test- ci servono a comprendere i gusti di quanti hanno l’hanno assaggiata. Esperimenti utili a creare una vera e propria banca data delle preferenze per renderle note a quanti la producono”. Sorprendente anche l’interesse dei giovani che hanno partecipato al test, assaporando le varie tipologie proposte fino all’ultima goccia. A guidare l’assaggio dei partecipanti è stato compito di Secondo Squizzato: “In particolare sono state fatte degustare tre tipologie di Colatura aventi diversa stagionatura: breve (fino a quattro mesi); media (oltre nove mesi) e lunga (oltre tre anni). I partecipanti hanno espresso, in maggioranza, preferenza per la seconda tipologia di prodotto”. Appuntamento a Cetara. La Colatura finirà col diventare per forza di cose un attrattore importante per il turismo enogastronomico. In tanti, oltre ad assicurarsi qualche bottiglia di Colatura hanno promesso di fermarsi in costiera per assaggiarla nei vari ristoranti che hanno aderito al progetto della Dop. “Una vetrina che ci lascia soddisfatti -spiega ai giornalisti accorsi a seguire l’evento la presidente Lucia Di Mauro– il modo migliore per uscire fuori da questi mesi di lavoro in sordina ed uscire allo scoperto in vista dell’arrivo sugli scaffali del prodotto Dop che come abbiamo spiegato nel corso della partecipazione allo Slow Fish, è in programma per il mese di gennaio 2022″. Un messaggio che è apparso chiaro ed evidente durante la degustazione a cura di Giovanni Civitillo dell’Alleanza Cuochi di Slow Food: “Ho preparato la ricetta utilizzando prodotti provenienti da quasi tutte le province della Campania. Oltre alla già citata Colatura espressione della Costiera Amalfitana; per la pasta sono andato in provincia di Napoli, per la precisione a Gragnano. Dall’irpinia arriva l’olio extravergine mentre il Sannio ci ha dato il tartufo ed abbinato ad un biancolella simpaticamente selezionato proprio dal funzionario regionale D’Aponte”.