“Ghost Gear & Seawatching in Sorrento” è il titolo del progetto varato dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Massimo Coppola, per sensibilizzare pescatori e cittadini sulla presenza di specie animali protette e per promuovere attività di raccolta di attrezzature da pesca smarrite o abbandonate. Si tratta delle cosiddette “reti fantasma”, una delle principali cause di inquinamento del nostro mare in quanto disperdono nell’ambiente microparticelle sintetiche. Oltre a rappresentare per le specie ittiche che vi rimangono intrappolate dei veri e propri “muri della morte”, sono un pericolo anche per la sicurezza di subacquei e bagnanti. “Questa iniziativa ha una duplice valenza, sia ambientale che scientifica – spiega il presidente del consiglio comunale, Luigi Di Prisco – Due imbarcazioni impiegate per l’attività di pescaturismo, sulla tratta tra Sorrento e Capri, si occuperanno di recuperare i rifiuti catturati nelle reti ed avviati allo smaltimento. Gli operatori, inoltre, effettueranno riprese video e foto in occasione di avvistamenti di cetacei, meduse e tartarughe, così da contribuire ad una mappatura importante del nostro mare”. Per Salvatore Ioviero, della Salboat, impegnato nel progetto, “L’iniziativa punta a risanare il nostro ambiente marino grazie alla sensibilità del Comune di Sorrento. Basta considerare che l’89% dei rifiuti marini sono rappresentanti da attrezzi di pesca. Poiché lavoriamo in mare 365 giorni l’anno, dobbiamo essere delle vere e proprie sentinelle, per consegnare in eredità alle generazioni future un ambiente più pulito”.