La ricetta con il gustoso mollusco proposta dello chef Maria Gargiulo del ristorante Da Filippo di Sorrento
Polpo e patate, una versione altrettanto popolare del più conosciuto, almeno in costiera, totano e patate. Totano e patate nasce in una delle perle della costiera amalfitana, nasce a Praiano borgo di pescatori e contadini divenuto uno dei luoghi simbolo della bellezza e della quiete della divina costa. Qui la tradizione marinara li vuole fritti entrambi, sia le patate che i totani, ben tirati in padella. Poi c’è una versione a zuppa con le patate ed i totani cotti in umido; ma questa, forse, è una versione più sorrentina. Una versione che coinvolge di più i comuni della penisola. Invece polpo e patate nasce dall’incontro tra cultura contadina e quella degli uomini di mare per rendere il piatto il più completo e sostanzioso possibile. Nasce dalla voglia di rendere l’insalata di polpo, un grande classico della cucina mediterranea, più ricca e saporita. Ma chi è il protagonista di questo piatto che è conosciuto in tutto il mondo con il nome di octopus? Il polpo, che spesso finisce “affogato” tanto per citare la ricetta più famosa che lo vede protagonista, deve il nome agli antichi greci. Oktò (otto) e pòus (piede), indicano gli otto tentacoli uguali, robusti e armati da due serie di ventose che lo contraddistinguono. Mentre la polpessa ha due tentacoli più lunghi degli altri ed è di colore rossastro a macchie bianche. Poi c’è anche il moscardino che ha una sola fila di ventose per ogni tentacolo. Il polpo è un mollusco cefalopode con occhi glauchi e colore che va dal grigio al giallastro. Può raggiungere grandi lunghezze e grosso peso. Parte dagli abituali 50cm (sono i più apprezzati) per arrivare ai 3metri con un peso che varia tra i 100 grammi fino a 25 chili. Con questa ultima dimensione si possono trovare al mercato venduti con il nome di piovra. La sua pesca è legata alla storia della civiltà mediterranea, raffigurazioni su vasi e mosaici sia greci che romani testimoniano la sua presenza e la pesca nei nostri mari sin dall’antichità, quando veniva catturato con varie tecniche tramandate fino ad oggi, di cui una in particolare prevede una lotta alla pari tra uomo e animale. Una lotta fatta di rispetto e armi rudimentali, di fatica e resistenza. Una pesca che mette entrambi sullo stesso piano e che viene ancora praticata in alcuni specchi d’acqua della costiera sorrentina. In cucina risulta il mollusco più gustoso. Ingrediente di tanti piatti, il polpo prima di essere cotto va battuto (su una pietra o con un batticarne) per sfibrarlo e renderlo più morbido. Soprattutto se è un polpo “verace” cioè di scoglio che differisce dal “sinisco” cioè di sabbia. Nei menù della costiera sorrentina è protagonista di molti piatti, dove incontra la pasta con gli “Spaghetti con polipetti” o la brace per finire arrosto. Ma al ristorante da Filippo di Sorrento trova la strada che lo porta nell’orto e lo fa incontrare con le patate in una sontuosa insalata preparata dalla chef Maria Gargiulo. Un insalata tiepida che vede mare e terra insieme. Un incontro tra culture diverse, ma attigue che fanno nascere tanti gustosi piatti che trovano casa in questo locale che con Enzo Maresca racconta il meglio della cucina mediterranea.