Il Napoli gigioneggia e lo Spezia fa il colpaccio al Maradona.

Partenopei clamorosamente battuti in casa nonostante la superiorità numerica.

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di Michele Cangianiello.

Se è vero che l’epifania tutte le feste porta via, il Napoli mostra fiero ed imperterrito il velluto su cui ha deciso di giocare in questo piovoso 6 gennaio.
Nemmeno i bagordi di capodanno possono giustificare il digiuno di un primo tempo dominato ma inesorabilmente a reti inviolate.
Lo Spezia di Vincenzo Italiano, infatti, ha l’infermeria piena e non è mai stata una squadra costruita per l’alta classifica.
Eppure gli ospiti nei primi 45′ limitano i danni, sfruttando l’albagia di un Napoli affetto dalla solita altalenante crisi del gol.
I liguri ci riescono abbastanza bene fino al 53°, quando un furente Gattuso, scaraventa in campo il taglialegna Petagna chiedendogli di buttare giù la porta avversaria.

Bastano 4 minuti al gigante triestino per spiegare ai compagni le istruzioni del gioco e finalizzare in rete l’assist di Di Lorenzo.
Ma il visibile problema di questo Napoli è la coppia in mediana, poco rodata e amalgamata.
Un distratto Fabian Ruiz, infatti, al 68° atterra Nzolà in area e il centravanti spezzino spiazza Ospina riequilibrando il parziale.

Neanche l’ultimo quarto d’ora in superiorità numerica e gli ingressi a centrocampo di Lobotka ed Elmas cambiano registro ad una squadra in crisi di identità.
Cosi all’80° la beffa del gol di Pobega trasforma un pareggio deludente in una sconfitta sconcertante.

Il dilemma è quello dell’eterna promessa.
Ogni anno sembra quello buono ma si dimostra l’ennesima occasione persa.
Ciò che preoccupa è uno stato patologico tutt’altro che in regressione.
Dalle vertigini del primato delle scorse stagioni, il malessere del Napoli oggi si manifesta con la sola alta classifica.
E senza prospettive di calciomercato invernale, la patata bollente resta nelle mani di mister Gattuso.
A rischio scottatura.