Attuava proteste plateali, in strada, in aula, negli uffici del Comune per attirare su di sé sul dramma che stava vivendo. Violentata dal padre, a soli 13 anni, lei che ha anche problemi di disabilità. Un grido d’aiuto, il suo, che è stato raccolto è che ha fatto scattare l’arresto del padre con l’accusa di violenza sessuale aggravata. “Una vicenda sconvolgente che colpisce la comunità, ma grazie al lavoro comune tra varie istituzioni è stato possibile impedire che continuasse e ha consentito di mettere in sicurezza una bambina”, dice il sindaco del borgo in provincia di Avellino dove è avvenuta la vicenda. Il primo cittadino è stato tra i primi, lo scorso anno, ad attivarsi sul caso della ragazzina che oggi ha meno di 14 anni che sarebbe stata violentata dal padre, come riporta l’edizione provinciale del quotidiano Il Mattino. L’uomo, 56 anni, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Su segnalazione dell’insegnante, la scorsa estate il sindaco fece intervenire i servizi sociali che dopo gli accertamenti decisero di sottrarre la bambina ai genitori e affidarla ai servizi sociali. Per questa ragione il padre e il nonno della bambina lo affrontarono in strada armati di zappa minacciandolo di morte. Le indagini presero il via dopo una serie di episodi segnalati dall’insegnante. La bambina, che ha problemi di disabilità, per richiamare l’attenzione e chiedere aiuto protestava in classe e per strada e fece lo stesso in un’altra occasione all’interno della sede comunale. Psicologi ed esperti dell’Arma dei carabinieri, insieme al magistrato, attraverso le dichiarazioni della bambina hanno ricostruito la vicenda che si consumava tra le mura domestiche di una casa popolare nella quale la bambina viveva insieme ai fratelli, genitori e nonni.