Il rinvio delle prove per l’esame di abilitazione alla professione di avvocato, da parte dei Ministro della Giustizia, “ha semplicemente spostato in là il problema, ma non l’ha risolto”. Lo sottolinea Claudia Majolo, presidente dell’Upa che, in una nota, ricorda che l’associazione, “ha scritto al governo e finanche al Presidente Mattarella proprio per denunciare questa immobilità che ammanta il nostro percorso. Siamo gli unici, infatti, a non poter sostenere uno scritto a distanza o un esame abilitante che possa degnamente portarci a concludere un percorso lungo e tortuoso iniziato con la laurea”. “Se, come sostengono gli esperti, – dice ancora Majolo – una terza ondata si verificherà proprio in primavera, per quanto tempo ancora i praticanti avvocati dovranno restare in questo limbo di incertezze? Tutte le altre categorie professionali, e non mi riferisco solo a quelle concernenti l’ambito medico-sanitario, hanno potuto concludere i loro percorsi abilitanti ma, inspiegabilmente, questo non è concesso ai praticanti avvocati. Perché, mi viene da chiedere? Che ne è stato di una professione nobile, importante e prestigiosa che, da sempre, dà lustro alla nostra società? Non abbiamo mai richiesto scorciatoie oppure trattamenti privilegiati: vogliamo solo essere messi sullo stesso piano degli altri. Anche perché, prevedendo un esame classico in primavera, avremo migliaia di prove in più da correggere, finendo inevitabilmente nel 2022. E perché mai si dovrebbe perdere tutto questo tempo quando si può pensare a una soluzione decisamente più semplice e immediata?”