Per il Procuratore Nazionale Antimafia l’esempio di Don Diana è stata la spinta a cambiamento; ma a Casal di Principe c’è ancora molto da fare

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Il ministro della Salute, Roberto Speranza (d) e il procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho alla cerimonia di consegna del Premio nella Casa don Diana la struttura intitolata al prete anticamorra ucciso nel marzo del 1994 nella sua chiesa di Casal di Principe ( Caserta), 4 luglio 2020 foto ANSA / CIRO FUSCO

“Don Diana è stato la spinta al cambiamento e i premi che si consegnano oggi sono un’ulteriore spinta a fare meglio e di più”. Così il Procutatore Nazionale Antimafia Cafiero de Raho a Casal di Principe, dove ha partecipato alla cerimonia di consegna dei premi alle personalità che si sono contraddistinte in questo anno in memoria di don Peppe Diana, il prete ucciso dalla camorra nel 1994. “Il clan dei Casalesi – prosegue De Raho – non è morto, c’è ancora un’organizzazione viva, ci sono ancora delle ricchezze che bisogna individuare e quindi avere consapevolezza che c’è ancora molto da fare e c’è bisogna di continuità “.