”I dubbi alla base della nostra querela e dei diversi solleciti sono relativi ai ritardi con cui ci si è approcciati al trattamento di Luigi Starita, sia per quanto riguarda il tampone, avvenuto diversi giorni dopo la comparsa dei sintomi riconducibili al Covid-19, sia per quanto riguarda l’ospedalizzazione dell’uomo”. A parlare è Gennaro Razzino, avvocato di Viviana Starita, figlia di Luigi, l’uomo di 75 anni di Piano di Sorrento (Napoli) morto a fine marzo probabilmente a causa del Coronavirus e per il quale la Procura di Torre Annunziata ha disposto l’esecuzione dell’autopsia al fine di sciogliere tutti i nodi relativi al suo decesso. Del caso ne ha parlato ieri il quotidiano ‘Il Mattino’. Dieci gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura oplontina su richiesta del pubblico ministro Antonio Barba: tra i soggetti indagati ci sono il medico curante del settantacinquenne, quelli che l’hanno trattato al nosocomio di Sorrento e anche i sanitari che l’hanno avuto in cura negli ultimi momenti di vita al Loreto Mare di Napoli, ospedale quest’ultimo dove Starita era arrivato già in condizioni considerate disperate. ”La famiglia – prosegue l’avvocato Razzino – ritiene che la vicenda legata alla malattia del congiunto sia stata presa ‘sotto gamba’, specie quando pur in presenza di chiare sintomatologie, il medico curante avrebbe sostenuto che non poteva trattarsi di Covid-19 in quanto non erano stati segnalati casi di positività in penisola sorrentina”