Coreografie, esercizi ginnici e saggi di arti marziali eseguiti oggi in piazza Municipio a Napoli da decine di ragazzi dell’Officina delle Culture di Scampia per chiedere al comune, dopo otto anni di attivita’ nella difficile periferia a nord della citta’, l’ufficiale affidamento dell’ex scuola e, a riconoscimento del lavoro svolto, il ruolo di importanza sociale assunto dall’Officina.
A sostenere ragazzi, che si sono esibiti davanti palazzo San Giacomo, la mamme ed il fratello di Gelsomina Verde, la ragazza vittima innocente nel 2004 della faida di camorra, a cui è intitolata l’ Officina. ” Da due anni – spiega all’ANSA Ciro Corona coordinatore delle 13 realta’ di recupero sociale che compongono l’Officina delle culture – il contratto di comodato d’uso siglato con il comune e’ scaduto e, di fatto, occupiamo senza copertura il complesso passato sotto la gestione patrimoniale dell’Asia”. ” Al momento dell’affidamento della scuola dismessa nel cosiddetto rione dei Puffi fino al 2012 piazza di spaccio per i clan di Scampia – ricorda Corona, decine di volontari da tutta Italia accorsero per la bonifica dell’aria e raccolsero rifiuti, portati via da 12 camion, e 45 bidoni di siringhe usate “. Oggi nella ex scuola arrivano ogni giorno piu’ di 600 persone, ragazzi e loro genitori che svolgono attivita’ scolastiche sportive e di formazione supportati da 40 volontari ed anche da detenuti del vicino carcere di Secondigliano affidati ai coordinatori per lavori i sostegno e manutenzione. ” In questi anni abbiamo investito decine di migliaia di euro per rendere la struttura sempre più efficiente e adeguata alle esigenze dei ragazzi e della gente di Scampia. Abbiamo deciso di portare qui i ragazzi – conclude Corona- non per chiedere soldi al Comune ma per chiedere il riconoscimento ufficiale dell’ importanza sociale e di conseguenza il definitivo affidamento della ex scuola “.