Amici e famiglia del giovane volontario Onu morto in Columbia chiedono che non diventi un altro caso Regeni

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Napoli chiede giustizia per Mario Paciolla, il volontario Onu napoletano morto in Colombia. Sul balcone del Comune di Napoli è stato esposto uno striscione che recita: ‘Giustizia per Mario’ e su cui è stampato il suo volto. Chiediamo giustizia e verità perché il caso è oscuro e da subito non c’è stata chiarezza – dice Simone Campora, amico di Mario – e abbiamo paura che si palesi un Caso Regeni 2, che si disperdano le energie per appurare la verità sulle circostanze più che sospette che hanno portato alla morte di Mario. Metteremo in campo piccole azioni che aumentino l’attenzione sul caso che vogliamo portare a livello nazionale e internazionale perché non è possibile morire cosi”. Gli amici di Mario intendono supportare “in qualsiasi maniera” la famiglia “portando avanti la stessa battaglia”. Amici e famiglia chiedono “attenzione perché un ragazzo come Mario non può morire da solo, non può morire così”. Gli amici descrivono Mario come un ragazzo “come noi, più coraggioso di noi come racconta la sua esperienza e le cose che ha fatto”. Un ragazzo – dicono – “che non ha scelto una vita comune, che ha scelto di seguire i propri sogni”. Mario in Colombia lavorava a un progetto per l’emersione di un territorio difficile sotto scacco dei Narcos per provare a dare un’opportunità al territorio e alla popolazione. “Affrontava situazioni difficili – prosegue Simone – che trattava già da molti anni. Era una persona con una certa esperienza, non era uno sprovveduto quindi si è trovato di fronte a qualcosa che lo ha sicuramente spaventato”