Pane, pasta, pizza e dolci fatti in casa ci stanno accompagnando da mesi facendoci riscoprire perfino la ricotta preparata al momento.
Emergenza: una parola che ci accompagna da un po’ di mesi ogni santo giorno. Tanto da essere diventata, più che il vocabolo per descrivere una situazione, uno stato d’animo. Una condizione emotiva che è partita con la paura del contagio per arrivare ad influenzare ogni nostra scelta. Anche quella del cibo e del modo di prepararlo. Intendiamoci l’emergenza in cucina è antica come il mondo, vuoi perché nelle case più povere ci si è sempre arrangiato con poco e vuoi perché capita di non avere la spesa in frigo ma inesorabilmente arriva la fame. In questo caso, che lentamente ci stiamo lasciando alle spalle, si è aggiunta l’impossibilità di uscire e la necessità di far passare in modo più lieto le lunghe ore della giornata. E certo non ci siamo inventati niente di nuovo. I rimedi più conosciuti e validi sono sempre quelli antichi, quelli della nonna. Acqua, farina e latte hanno disegnato il mondo tracciando la strada su cui si è mossa l’intera umanità durante tutto il lungo percorso della vita sulla terra. Ancora oggi ci vengono incontro in caso di necessità. A tutti è capitato di assistere alla preparazione della pasta fatta in casa. Impasto di acqua e farina appunto. Qualcuno la rende più saporita con l’aggiunta di uova. Basta avere qualche attrezzo adatto. Ma ci sono anche gli gnocchi che richiedono solo ausilio delle mani. Dall’impasto di acqua e farina nasce anche la pizza che è stata la protagonista indiscussa dei giorni di quarantena. Con lievito chimico o naturale è cresciuta ad arte per essere poi farcita con l’immancabile pomodoro e infornata. Addirittura il pane è ritornato nei forni delle cucine delle case a sottolineare la gravità dell’emergenza ma anche la voglia di un ritorno all’antico ed alla natura. Un ricorso storico che ricorda quando, nel deserto, gli ebrei si facevano il pane azimo, quello non lievitato, per prepararlo in fretta ed essere sempre pronti a scappare dagli egiziani che gli davano la caccia. Anche il latte, alimento primario di tutti i mammiferi del pianeta, è sempre ritornato utile ad affrontare ogni emergenza o improvvisa necessità. E si racconta che proprio dalla necessità di portarselo dietro che per caso sia nato il formaggio. Negli otri costituiti da pelle di capra appesi ai cavalli o ai cammelli, sotto il sole cocente, molto probabilmente è nata la prima cagliata della storia. E’ da situazioni di emergenza, dunque, che arrivano tanti gustosi modi di arrangiarsi che anche oggi tornano utili. E dal sole dell’antico medio oriente che possiamo trarre lezione e prepararci una ricotta fatta in casa. Una ricotta che poi possiamo aromatizzare con gli agrumi sorrentini. Bastano un litro di latte intero, un limone e un’arancia Quindi si mette il latte in una pentola e lo si fa riscaldare senza farlo bollire. Poi si spegne il fuoco e si aggiunge il succo del limone. Si riaccende il fuoco portando ad ebollizione il latte. Quando si forma la cagliata in superficie bisogna raccoglierla con una schiumarola e appoggiarla in un piatto e lasciandola raffreddare. Quindi aromatizzare con buccia di arancio e limone grattugiate per gustarsi ancora qualche giorno di emergenza.