Non è terminata nemmeno la ripartenza che la natura ha ricominciato a soffrire a causa dell’opera umana. La tanto attesa ripresa delle attività lavorative, programmata per lunedì 4 maggio, ha riacceso lentamente il motore dell’Italia. Di contro, sembra che il ritorno dell’uomo alla vita, stia dando già cattivi frutti. A meno di ventiquattro ore dalla fine del lockdown le acque del fiume Sarno sono ritornate torbide, a causa degli sversamenti delle industrie. Tra marzo ed aprile, lo stop generale ha offerto ai cittadini il piacere di un Sarno limpido e splendente. Le immagini della trasparenza del fiume più martoriato d’Europa hanno fatto, immediatamente, il giro del web. Alle porte di maggio, purtroppo, il Sarno è tornato ad essere inquinato. Le reazioni di denuncia sui social non sono mancate ed il passaparola ha fatto sì che le foto giungessero a Sergio Costa, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare della Repubblica Italiana, il quale non ha tardato ad assumersi la responsabilità della situazione: «Al primo giorno di allentamento dei divieti e di riapertura delle aziende sono ricominciati gli sversamenti. In tantissimi mi avete mandato queste foto e video, e vi ringrazio: l’ho sempre detto che sono i cittadini le sentinelle del territorio. Per questo, anche grazie alle vostre segnalazioni, subito ho attivato i Carabinieri del Noe per controlli e indagini in zona, indagini prontamente partite. Confermo quindi che tutti gli enti predisposti sono sul posto per controllare e per individuare il colpevole», ha affermato Costa sui social.
Nel frattempo anche le associazioni del territorio, da sempre a difesa dell’inquinamento del fiume che attraversa l’Agro- Nocerino Sarnese, si sono attivate, cominciando ad esprimersi sul ritorno allo status pre quarantena attraverso un comunicato:”Durante la fase di lockdown, in alcuni tratti del fiume Sarno e dei canali a esso connessi, si è assistito a un miglioramento della trasparenza delle acque, sicuramente ascrivibile al fermo di gran parte delle attività produttive. Tuttavia per correttezza d’informazione, è da sfatare la narrazione di un fiume tornato pulito, sia perché la limpidezza, di per sé, non è prova di assenza di sostanze inquinanti, sia perché, durante il periodo di emergenza, il fiume non ha mai cessato la sua funzione di recapito finale di reflui civili trasportati da reti fognarie non ancora collettate ai depuratori.
Fin dal primo giorno della fase 2 dell’emergenza, con la ripresa di molte attività produttive, si è visto un repentino peggioramento dello stato delle acque.
I dati delle analisi con buona probabilità confermeranno ciò che si è costatato a occhio nudo.
La soluzione passa, semplicemente e inevitabilmente, attraverso la volontà politica e l’assunzione di responsabilità di tutti i livelli istituzionali, nessuno escluso. A tal proposito è nostra opinione che, pur nel rispetto delle autonomie locali e nella condivisione delle competenze fra i diversi livelli istituzionali, di fronte a ritardi, inadempienze ed emergenze ambientali croniche, lo Stato ha il diritto e dovere di intervenire anche ricorrendo all’ extrema ratio dei poteri sostitutivi, esplicitamente previsti dalle norme vigenti”.
Comitato Scafati a Difesa del Sarno
Comitato “Gente del Sarno”
Associazione “Il Golfo delle Meraviglie”
Associazione “La Città Armonica
Associazione “Petra Hercules”
Associazione “Achille Basile – Le Ali della Lettura”
Associazione “Certamen Plinianum”
Movimento “La Grande Onda”
Movimento “Rete Libera”
Associazione Ars Nuceria