Dai pascoli regionali arrivano pregiati tagli per succulenti bistecche, stracotti ed hamburger gourmet oltre al rinomato e gustoso caciocavallo
Già naturalmente questi sono i mesi migliori per il pascolo. Se aggiungiamo, anche, il bassissimo tasso di inquinamento dovuto alla paralisi di tutte le attività per l’emergenza sanitaria, troviamo i prati in condizione ideale per diventare foraggio naturale di greggi e armenti che poi restituiranno formaggi e carni di gran qualità. Pure dalle nostre parti, facendoci così apprezzare i prodotti regionali. Anche perché fino a qualche decennio fa per gli italiani la carne per eccellenza era solo la Chianina, che forniva la famosa fiorentina. Poi, tra tagli di Angus e altre prelibatezze straniere, hanno iniziato ad apprezzare sempre di più anche le altre carni italiane. Ed è così che, grazie alla crescita qualitativa della gastronomia e ad una maggiore consapevolezza, è fiorito l’amore per la Marchigiana, la Romagnola, la Maremmana ed infine per la Podalica, una razza tutta nostrana e poco conosciuta. Eppure la razza Podalica risulta tra le più antiche anche se le notizie sul suo arrivo in Italia sono incerte. E, sia che esso sia arrivato con le invasioni barbariche o che invece sia giunto, ai tempi dell’impero romano da Creta, il bovino podalico resta senz’altro la razza per eccellenza di tutto il sud Italia. Sicuramente discende al Bos Primigenius, il primo bovino di cui si hanno notizie certe circa l’addomesticamento avvenuto in medioriente oltre seimila anni fa. Sui monti delle aere interne del meridione, soprattutto tra Campania, Basilicata, Puglia e Calabria, esso si adatta ad ogni tipo di ambiente e riesce ad utilizzare anche quelle risorse alimentari che altrimenti non avrebbero altra destinazione, come i cespugli, stoppie e fogliame del sottobosco e della macchia mediterranea. E’ una razza molto rustica e forte ed in passato è stata usata solo per il duro lavoro dei campi. I maschi hanno il mantello di color grigio con tendenza a grigio scuro sul collo, sulla coscia e sull’orlatura dell’occhio; mentre nelle femmine è più chiaro. Produce poco latte, ma di altissima qualità (si parla infatti di latte nobile) grazie al pascolo all’aperto, senza l’apporto di mangimi. Infatti la podalica deve pascolare tutto l’anno perché non sopporta gli spazi stretti delle stalle. La sua fortuna in cucina, che l’ha salvata dall’oblio in cui era caduta, è dovuta soprattutto al caciocavallo podalico, formaggio prodotto interamente con latte di vaccina podalica, con la particolarità che il suo sapore può variare a seconda dei pascoli. Ed il caciocavallo è diventato uno dei mezzi per attirare l’attenzione dei consumatori, degli addetti ai lavori; ma soprattutto delle istituzioni per avviare una grande opera di riscoperta, rivalutazione e tutela di questa razza che si è dimostrata unica anche nel sapore della carne. Carne sapida, ricca di vitamine e sali minerali anche se più tenace se non è frollata adeguatamente. La su carne,a secondo dei tagli, si presta a tutte le classiche preparazioni. Dal ragù all’arrosto, fino alla genovese ed agli stracotti. Ultimamente, poi, viene proposta come hamburger o cotoletta nei panini dei pub o delle paninoteche più attente all’uso di prodotti di qualità dei territori regionali.