Quando il bistrot non è solo una raffinata osteria

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lo chef Valentino Buonincontri con il pizzaiolo Dominic Russo ed il maitre sommelier Antonio Cucciniello

Lo chef Buonincontri nel suo Bertie’s di Nola propone tutta la tradizione campana, dalla cucina di qualità alla pizza   

Il bistrot nasce nella Parigi dell’800 come locale dove si consumava un buon bicchiere di vino. Poi nel tempo è diventato anche caffetteria e luogo di incontro di poeti, pittori ed intellettuali, proponendo bocconi di bontà dolci e salate. Alla fine si è trasformato in una raffinata evoluzione dell’osteria dove si può prendere un semplice caffé o fare un pasto completo. E sull’onda del successo di questo formula si sono aperti, in tutto il mondo, locali con questo nome un po bohèmien e un po dal gusto accattivante. E c’è chi lo usa per indicare un luogo dove si può trovare tutto quello che riguarda il cibo. Un contenitore di tradizioni e di piatti. Un luogo dove l’orizzonte goloso spazia dalla pizza alla cucina passando per la brace. Dove senza confine si passa dai piatti ragionati e complessi alle semplici cotture sul fuoco ardente. Come propone con successo lo chef Valentino Buonincontri che gestisce il Bertie’s Bistrot di via dei Mille a Nola. Qui il concetto di Bistrot è allargato a dismisura e abbraccia tutta l’immensa tradizione gastronomica regionale. Lo chef Buonincontri, oggi 31enne, prima di aprire un locale tutto suo ha fatto un lungo apprendistato nei ristoranti più significativi della Campania, quasi tutti con due stelle Michelin. Poi, con la consapevolezza di chi ha capito di essere nato in una terra che dona tanti prodotti e piatti d’eccellenza, ha deciso di mettere tutto sotto lo stesso tetto e ha fatto nascere il Bertie’s Bistrot dove si può variare in lungo e largo a secondo della voglia e del gusto. Si può optare  per un ottima pizza infornata dal giovane Dominic Russo che aiutato da Michele Maddaloni e Bruno Imparato propone tutto il repertorio classico o pizze speciali come l’ultima nata, l’Impiccata che prevede il provolone impiccato sulla brace, la pancetta ed il tartufo. Poi c’è l’opzione brace dove ricercati tagli di carne di prelibate razze bovine sono cotte sui carboni prodotti con il proprio legno. Infine c’è la cucina, il regno dello chef  che aiutato da Valerio Gargiulo, Alessandro Carillo e Anna Perillo,  ha messo in piedi questo piccolo tempio del gusto che prevede anche un interessante menù. Tra gli antipasti spiccano: il Carciofo come se fosse arrosto e tartufo dove il carciofo è cotto in umido e poi condito con olio affumicato; l’Hot dog di polpo con maionese al limo e patata concia e la Tartara di manzo con insalata di rinforzo.  I primi parlano il linguaggio della tradizione rivisitata e si esprimono con gli Gnocchi ripieni di ragù di coniglio all’ischitana e juice di peperoni arrosto o con la Pasta mista al profumo di mare con cime di friarielli o ancora con i Ravioli ripieni di ricotta con funghi porcini, salsa di parmigiano e mirtilli. I secondi partono dalla interpretazione di un piatto popolare (come il mascariello) con lo Stracotto di guancia di manzo con topinambur, invidia caramellata e lampone per finire con il pesce fresco cotto sulla brace al legno. Anche la cantina con le sue 140 etichette, governate dal maitre sommelier Antonio Cucciniello, aiutato in sala da Salvatore Savastano e Speranza Di Napoli, rientra nelle offerte di un locale che propone a tutto tondo il gusto della nostra terra.