Il gusto dell’dell’altra faccia del Vesuvio raccontato dalla raffinatezza dei piatti dello chef Francesco Erba di Ma Life di San Giuseppe Vesuviano

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Con il suo profilo circolare, il Vesuvio nasconde alla vista dal mare una porzione di territorio campano che parte dai suoi pendii e si stende fino a quello che un tempo era definito l’agro nolano – sarnese. Cioè il  cuore di quello che gli antichi romani chiamavano Campania felix. L’altra faccia del Vesuvio, quindi, anche se è molto meno turistica e conosciuta, fa ombra ad un territorio che da sempre ha avuto una parte importante nello scenario enogastronomico della regione. Insomma il lato b del Vesuvio, quello che non si vede da Napoli o da Sorrento che invece hanno di faccia città storiche come Pompei ed Ercolano, ha anch’esso tanto da raccontare in termini di cultura e di storia; ma soprattutto ha tanto da raccontare a tavola. I nomi dei comuni che partono dal versante che prosegue fino al monte Somma hanno legato il proprio nome a tante gustose bontà a cominciare dal pane casereccio di San Sebastiano al Vesuvio per finire con le Doc, bianco e rosso, del Lacryma Christi di Terzigno che chiude il viaggio di questo semicerchio. In mezzo ci sono comuni come Sant’Anastasia con i suoi prelibati capretti ed il suo rinomato nocillo, Somma Vesuviana con la sua antica tradizione di patria dello stocco e baccalà, con il suo originale vino Catalanesca ed i famosissimi pomodorini del Piennolo (presidio Slow Food) che condivide con altri comuni come Pollena Trocchia, Ottaviano o San Giuseppe Vesuviano. Ed è proprio a San Giuseppe Vesuviano che  un giovane chef  racconta tutto questo mondo nel suo ristorante Ma Life che si trova in via Martiri di Nassirya. Lo chef  Francesco Erba, 30 anni, istituto alberghiero e tanta esperienza in giro per l’Italia ha deciso di ripartire dalla sua terra e di mettere in scena tutto il meglio del territorio circostante, compreso il mare della costiera,  proponendo piatti ragionati e mai banali. Piatti che puntano alla qualità del prodotto e alla raffinatezza nella preparazione. Del resto tutto il locale punta ad un ambiente più esclusivo con la cura del servizio, della mise en place e della carta dei vini. Quindi, tra mare, orti vesuviani, prodotti tipici campani e moderne tecniche di cottura nascono piatti come: l’Arancino di seppia con vellutata di pomodorini gialli e sale nero; la Triglia scottata alle erbette vesuviane con crocchetta di provola; il polpo scottato con riso nero integrale alle verdure o la Braciola di vitello con pomodoro e formaggio stagionato, tanto per citare alcuni antipasti. Mentre i primi si rivelano con il Mezzo pacchero con gamberi e funghi porcini profumati al limone, con i Tagliolini al nero si seppia ai frutti di mare, con lo Spaghettone con ali di calamaro, spuma di bufala e panura alle erbe, con le Linguine alla Nerano o ancora con i Rigatoni con crema di zucca, salsiccia e ricotta. Anche i secondi seguono la filosofia dello chef Erba che riesce a mettere insieme l’amore per la propria terra con la tradizione mediterranea attraverso piatti come il Crudo e cotto di tonno con zucchine alla scapece,  il Roller di tacchino farcito di patate arrosto e sugo di carne; il Filetto di orata con millefoglie di patate e polvere di cipolla o il Filetto di manzo con piselli e cipollotto.