Domenico Candela, chef del ristorante George del Grand Hotel Parker’s di Napoli, fa il suo ingresso nel firmamento delle stelle Michelin. Ad un anno dall’apertura del nuovo George, al sesto piano dello storico cinque stelle L partenopeo, arriva dunque la Stella Michelin a premiare il progetto dei fratelli Avallone che investono nella città e nell’albergo di famiglia icona di accoglienza dal 1870. Classe ’86, napoletano, Domenico Candela è arrivato a gennaio 2018 a guidare la brigata e il nuovo corso del George portando a Napoli il suo bagaglio di esperienze e formazione maturato in prestigiose cucine italiane ed internazionali tra cui, quelle dei pluristellati Alain Solivérès prima e Yannich Alléno poi. Un forte rigore, stile e padronanza delle tecniche nonché delle materie prime connotano la sua cucina che porta in tavola piatti come lo Spaghetto ai sette pomodori e come la Terrina di foie gras delle Landes con alghe mediterranee e sakè. Il suo ritorno a Napoli, dopo dieci anni trascorsi in Francia, è stato un ritorno alle origini, ai piatti della memoria, alla cucina solare del Sud, al Mediterraneo. «La stella Michelin a Domenico Candela e al nostro George ci riempie di orgoglio e premia l’impegno, la tenacia e gli investimenti fatti, tutti nella direzione dell’eccellenza che questa città merita>, commenta Salvatore Avallone che con le sorelle Cesira, Bice e Maria Ida guida l’albergo di famiglia. <Questo riconoscimento è naturalmente il risultato di un lavoro di squadra che vede insieme più protagonisti, in primis lo chef Candela con la sua affiatata brigata, la direzione, il food&bevegare Manager Giovanni Avolio e tutti i reparti dell’hotel, nonché la comunicazione. È con tutti loro che condividiamo questo momento di gioia>. La Stella Michelin al George apre le celebrazioni del 2020, l’anno del 150esimo anniversario del Grand Hotel Parker’s che, dal 1870, scrive con eleganza la storia dell’accoglienza a Napoli. In queste stanze affacciate sul golfo hanno soggiornato illustri viaggiatori da Virginia Woolf, Oscar Wilde e George Bernard Shaw, a Sofia Loren, Bono Vox degli U2 e Rupert Everett.