In Cantina: Rubrica a cura di Mario Aliperti sommelier del ristorante Caruso di Sorrento che recensisce il Fiano d’Avellino “Bianco d’Angelo” della Cantina Moronia

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Ultimamente non sono tanti i vini che mi hanno stupito al primo assaggio e questo mi impediva di scrivere nuove recensioni perché ogni vino mi sembrava mi sembrava uguale agli altri; ma fortunatamente ogni tanto qualche piccola sorpresa si riesce ancora a trovare e devo essere sincero questo Fiano d’Avellino mi ha incuriosito fin dal primo assaggio dimostrando grandi potenzialità ad ogni assaggio successivo. Anche la giovane storia della cantina sorprende per un particolare evolversi della gestione. Fino al 2010 i terreni su cui sono situati i vigneti erano adibiti alla coltivazione del tabacco Kentucky usato per la produzione del sigaro toscano, coltivazione molto diffusa nella zona d’Avellino ma come detto nel 2010 Gianfranco Grieco, proprietario della cantina ha deciso, per nostra fortuna, di riconvertire gli 11 ettari di sua proprietà alla viticultura iniziando a coltivare sia vigneti a bacca bianca che rossa situati nelle zone di elezioni delle varie DOCG della Campania. Da questa riconversione nasce Cantina Moronia. Di colore giallo paglierino carico, il Fiano di Avellino di Cantina Moronia si presenta al naso intenso ed elegante con ricordi di frutta a polpa gialla come pesche ed ananas . In bocca elegante e abbastanza complesso con note minerali molto accentuate che lo rendono facilmente riconoscibile. Come molti altri vini bianchi della Campania anche questo fiano si presta ad un periodo di invecchiamento che aiutano a smorzare alcune piccole spigolosità. Vino che si presta ad essere abbinato a grandi piatti di pesce o crostacei, io lo consiglierei abbinato a una parmigiana d’astice melenzane e mozzarella di bufala, piatti che alterna diversi prodotti tipici della Campania in rappresentanza dei diversi territori presenti in Campania: l’astice in rappresentanza del mare, le melenzane per la campagna e la bufala per le colline.