Anche sui colli di Punta Campanella e partita la ricerca di quelli spontanei
E’ tra maggio e giugno che maturano ed è proprio in questo periodo che sono pronti a colorare e profumare la tavola primaverile. Gli asparagi, che hanno una storia gastronomica millenaria, sono uno degli ortaggi più rappresentativi della stagione e con il loro particolare sapore condizionano numerosi primi piatti o i secondi come uno dei contorni più diffusi e prelibati. Per la scienza appartengono alla famiglia delle liliacee, per i buongustai si dividono in bianchi, coltivati soprattutto al nord-est dell’Italia ed in verdi, coltivati nel restante del territorio nazionale, tranne che per la Liguria dove gli asparagi si tingono di viola con venature rossastre. Gli asparagi vantano ottime proprietà nutrizionali ( vitamine, fibre e sali minerali). Inoltre, sia il germoglio commestibile, sia le radici della pianta , stimolano sensibilmente la filtrazione renale. Anche se sono controindicati quando si soffre di alcune patologie come la gotta. Questo gustoso ortaggio da fusto è sempre stato apprezzato dall’uomo. Si hanno tracce storiche sin dai tempi dell’antico Egitto e Grecia dove un osservatore della natura, chiamato Teofrasto, per primo cercherà di capire questi strani prodotti della terra, afrodisiaci per la forma e medicamentosi per l’azione diuretica e depurativa che avevano sull’uomo. Di essi ne parleranno Apicio e Plinio il vecchio considerandoli indispensabili per aumentare la potenza sessuale tanto che viaggeranno nelle scorte dei viveri delle legioni romane che ne diffusero la coltivazione in Spagna. Ma è nel medio evo che arriveranno anche nel nord Europa dove diverranno bianchi per la mancanza di fotosintesi e relativa clorofilla. Il resto è storia dei giorni nostri che vede l’uso diffuso dell’asparago coltivato; ma anche di quello selvatico, quello che nasce spontaneo nei boschi e nella macchia mediterranea e che mette in moto un esercito di cercatori che amano questo prodotto che sui banchi degli ortolani in genere è venduto a prezzi non proprio popolari. Poi, quello selvatico, ha un gusto più deciso e penetrante che ne fa una qualità più ricercata. Anche lungo tutto l’incanto della costa che guarda il mare di Capri, proprio sui colli di Punta Campanella e sul monte San Costanzo si trovano quelli spontanei che attirano tanti sorrentini che amano prepararsi la frittata con quest’ortaggio tanto buono quanto singolare. E’ Alfonso Iaccarino, chef pluristellato e profeta della migliore tradizione ristorativa italiana, a spiegare: “I nostri boschi sono pieni di questa bontà che trova spazio nelle cucine casalinghe in questo periodo dell’anno, innanzitutto con la classica frittata. Ma da noi è usato anche per la preparazione di piatti gourmet che prevedono la contaminazione con il mare.” Lo chef del ristorante Don Alfonso si Sant’Agata sui due Golfi infine sottolinea “Ma uno dei grandi classici della cucina italiana resta il Risotto agli asparagi. Mentre uno dei piatti originali che ho avuto nei miei menù sono quelli gratinati con il parmigiano che accompagnano l’uovo a occhio di bue”