“A Scafati viene sottovalutata l’emergenza relativa alla sicurezza”, tuona Francesco Carotenuto, portavoce di Scafati Arancione, dopo l’ennesima bomba carta fatta esplodere dinanzi ad una macelleria in via Giovanni XXIII. Si chiede, ancora, l’intervento dello Stato nella cittadina colpita. “Le ultime passerelle politiche ci hanno consegnato solite speranze che si sono trasformate nelle solite delusioni”, ha spiegato Carotenuto,” Al momento non vi è alcuna traccia di un aumento dell’organico nella tenenza di via Oberdan. Identico discorso per la Guardia di Finanza, non tocchiamo l’argomento commissariato di Polizia di Stato. A Scafati è in pericolo la tenuta democratica della città, ma pare che a nessuno importi”. Carotenuto, dunque, si appella di nuovo al prefetto di Salerno, Francesco Russo, particolarmente sensibile a quanto accade nel territorio Scafatese: “Siamo ben lieti che il Prefetto si occupi dell’illuminazione pubblica o dei beni confiscati ma vi è necessità di uno “scatto” che porti questa città verso condizioni migliori. L’ultima bomba carta testimonia che la lotta tra i clan non è finita. Scafati può essere ancora preda delle cosche, l’ordigno dell’altra sera mette in evidenza carenze ataviche. Non ci sono telecamere, non ci sono uomini a sufficienza per controllare la città. Diciamo, in partenza, no ad ulteriori bagni di sangue per lotte legate allo spaccio di droga”, ha affermato l’Arancione. Carotenuto richiama anche il recente episodio verificatosi a Roma, dove, a causa di una lotta tra gang, un è stato ferito e rimarrà paralizzato. Gli Arancioni auspicano che cresca, rapidamente, l’interesse del Comune, della Provincia, della Regione e della Prefettura di Salerno per eliminare, definitivamente, questa piaga per Scafati.