In Cantina: Rubrica a cura di Mario Aliperti, sommelier del ristorante Caruso di Sorrento che recensisce il Kapnios di Masseria Frattasi

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Vino: Aglianico Kapnios di Masseria Frattasi    

Una delle domande che mi viene posta più frequentemente da amici e colleghi è: qual è il tuo vino preferito? Questa è una delle domande più difficili a cui rispondere. Penso che ognuno di noi appassionato di vino abbia più di una bottiglia preferita, legata ad un momento particolare della sua vita. Seguendo questa mia logica non posso non annoverare tra i miei preferiti il Kapnios di Masseria Frattasi bevuto una serata settembrina in dolce compagnia in un piccolo locale sulle colline di Positano. Masseria Frattasi è un pezzo di storia della viticoltura campana, situata ai piedi del monte Taburno, località Montesarchio. In questa zona attorno alla tenuta settecentesca di proprietà della cantina si snodano i filari di viti, principalmente aglianico e falanghina ma anche greco, fiano, coda di volpe e ultimamente di cabernet sauvignon. Ma torniamo a parlare del Kapnios, un vino che potremmo quasi definire come il primo amarone, nel senso di vino appassito e secco, della storia. Le uve una volta raccolte vengono fatte appassire in un fruttaio all’aperto. Dopo un affinamento di 18 mesi in barrique di rovere francese di primo passaggio e poi sottoposti ad una lunga maturazione in bottiglia. Di un colore rosso porpora intenso, al naso riporta molti di quei profumi legati all’ambiente di casa di quando eravamo bambini. Su tutti spiccano i sentori di frutta rossa matura quasi di confettura in particolare more, lamponi, mirtilli. A me in particolare riporta alla mente il ricordo della marmellata di more che mia nonna preparava quando ero piccolo dopo che eravamo andati a raccoglierle nel boschetto vicino casa. Dopo questi primi sentori risaltano al naso profumi diversi di spezie e di legno affumicato, quest’ultimo dovuto all’appassimento delle uve. In bocca si presenta caldo, con tannini ben presenti ma vellutati, succoso e potente con un finale lungo e persistente. Un vino da non far stare troppo tempo in cantina, Io l’abbinerei con un bel brasato di cinghiale all’aglianico con polenta fritta e funghi chiodini saltati in padella

Voto **** (P.S. il voto potrebbe essere stato leggermente alterato dalla dolce compagnia)

Leggenda   *  sufficiente   ** buono  *** ottimo  ****  eccellente