Solo chi ha provato la sofferenza della nostalgia di casa sa cosa significa essere emigrante. E solo chi ha avuto la fortuna di
tornare per ricominciare ha la felice idea di chiamare il proprio locale “Terra Mia”. Di emigranti cuochi ne è piena la storia. Anche quella di Castellammare di Stabia e Vico Equense che hanno dato i natali a tanti operai dei fornelli che si sono fatti onore in mezzo mondo. Anche a pochi chilometri da casa. Come a Capri e Positano dove ogni giorno arrivano decine e decine di chef dalle frazioni collinari di Vico come Moiano, Arola o dai quartieri periferici stabiesi. Un emigrazione, però, di qualità, con personale specializzato che con il suo prezioso bagaglio va ad arricchire cucine vicine e lontane portandosi dietro un po del gusto della propria terra. Tra questi c’è, sicuramente, anche Francesco Palumbo che, spinto dalla necessità, a soli 12anni ha lasciato la sua Castellamare di Stabia per andare a lavorare a Capri come inserviente di cucina. Poi è passato ai fornelli ed ha iniziato un lungo apprendistato che lo ha portato a diventare primo chef. Un’attività che ha svolto per oltre quarant’anni in giro per l’Italia e parte d’Europa. Alberghi capresi e della costiera lo hanno visto crescere sempre di più in cucina. Fino alla decisione di aprire, con tutta la famiglia, un proprio locale a Treviso dove sembrava aver trovato la strada giusta per il successo. Ma la nostalgia del mare, del profumo dei limoni e delle belle giornate di sole ha avuto il sopravvento su tutto e lo chef Palumbo ha deciso, così, di tornare nella terra natia. Ovviamente a fare l’unica cosa che sa fare bene, cioè cucinare. E’ così che circa otto anni fa nasce il ristorante “Terra Mia” a Vico Equense ed è così che ha ripreso il cammino come gestore e primo chef. Il nome del locale non è ovviamente un caso, sia per le ragioni legate al ritorno e sia per la scelta di cosa preparare ai fornelli e cosa mettere in tavola. Il ristorante pizzeria “Terra Mia” è ormai una realtà consolidata e lo chef Palumbo, aiutato dal figlio Giuseppe in cucina e dalla moglie Lucia e le figlie Agnese, Giovanna ed il genero Daniele Cosenza in sala, riesce ad offrire i sapori di una terra che sa sempre stupire a tavola, come con l’antipasto Fantasia di Mare dove a seconda del pescato
arrivano assaggi di alici dorate fritta su salsa tartara, gamberetti saltati, calamaretti gratinati, polpo alla brace e tartara di tonno. Ma anche i primi riescono a riassumere la grande cucina classica resa più interessante da una leggera rivisitazione con la genovese do tonno, le Linguine allo scoglio o gli Spaghetti con lupini e fiori di zucca. Tra i primi vi è un angolo tutto dedicato al risotto e dove troviamo il risotto ai funghi, alla pescatore, allo zafferano, agli agrumi o gamberi, seppie e zenzero. I secondi prevedono braci e fritture di pescato fresco ma anche tranci di spigola in crosta di patata, la pezzogna con zucchine e zenzero o il nasello al forno con patate o ancora l’orata in crosta di mandorle Poi c’è il forno delle ottime pizze governato dal giovane Luigi Coppola che propone tutti i gusti classici della tradizione ed alcune golose novità come la Terra Mia con mozzarella di bufala, noci di Sorrento, e provolone del Monaco o la Cacio, pepe e pancetta. Anche i dessert di fine pasto seguono il solco del recupero di sapori autentici del territorio e della semplicità dei dolci fatti in casa. Oltre ai semifreddi e classiche bontà spicca la Cialda di biscotto con crema, mascarpone e fragoline di bosco.Insomma una bella realtà dove l’ambiente familiare e la brigata di sala capeggiata da Giovanni Grazioso fanno sentire a casa propria creando la giusta atmosfera che lo chef Palumbo da emigrante ha desiderato e che con “Terra Mia” ha ritrovato.