Urne cinerarie e un anello che rappresenta due serpenti d’oro con occhi in pasta di vetro; una porta con chiusura perfettamente funzionante e un fallo disegnato sulla scritta all’ingresso. Sono alcuni dei reperti che le ultime ricerche negli scavi di Pompei stanno restituendo agli archeologi negli spazi urbani della Necropoli di Porta Stabia. Un’area della città antica che presto sarà restituita ai visitatori e che è adiacente alla tomba monumentale di Gnaeus Alleius Nigidius Maius, portata alla luce lo scorso anno. Qui la Soprintendenza archeologica di Pompei sta effettuando interventi di restauro e valorizzazione di altri due monumenti funebri a camera, denominate “Tomba A” e “Tomba B”. Un accumulo alluvionale, che è stato rimosso durante i lavori, ha rivelato una grande quantità di reperti ceramici e in vetro, come unguentari e pedine ma anche un anello d’oro con teste di serpente affrontate e con occhi in pasta vitrea. Si cerca ora una terza tomba, rimasta incompleta a seguito dell’abbandono del cantiere che era stato avviato nel 2001, come indicherebbero i blocchi di tufo e lava rinvenuti nelle immediate vicinanze e pronti per essere impiegati nella costruzione, ed anche un cumulo di schegge di lava e blocchetti. All’epoca dallo scavo precedente, nella camera sepolcrale della tomba B, di forma rettangolare, mancavano solo quattro delle nove urne fittili murate lungo i lati della struttura. Delle cinque urne non precedentemente svuotate, due hanno restituito le ceneri dei defunti, mentre altre due contenevano i resti dell’ustrinum (rogo funebre) quali balsamari in vetro deformati dal calore, e in un caso una moneta posta come “obolo carontis”. I resti antropologici sono attualmente in corso di studio da parte di H. Duday. Alcune urne conservavano il coperchio posto a chiusura ma in posizione capovolta. Sul pavimento in cocciopesto è stato ritrovato anche un condotto fittile per le libagioni in onore dei defunti che avevano luogo durante le varie festività; il condotto era chiuso. La tomba A è una struttura di forma quasi quadrata. Anche qui sono state ritrovate nicchie ricavate sui tre lati del muro in laterizio. Al momento dello scavo condotto nel 2001 si rinvennero due urne cinerarie in vetro con coperchio; la tomba conteneva inoltre due colombe in vetro soffiato e una brocca di piccole dimensioni. L’accesso alla tomba è situato sul lato meridionale ed è chiuso da una porta in calcare sulla quale sono leggibili due tituli picti. La porta presenta all’esterno un anello in ferro e un sistema di chiusura sulla parte interna in bronzo, e cardini in bronzo. La porta era chiusa al momento dello scavo ed è stata aperta per i lavori di restauro, mostrando il perfetto funzionamento, a 2000 anni di distanza, del sistema di chiusura romano. Sulla parte superiore della porta è presente un’iscrizione, un titulus pictus, che riporta “Iarinus Expectato/ambaliter unique sal(utem) / Habito sal(utem)” “Iarinus saluta Expectato, amico per sempre; saluti a Habito”. Sopra il nome di Habito qualcuno disegnò un fallo. fonte ANSA