Greco di Tufo DOCG, Claudio Quarta, Sanpaolo, 2012
La storia enologica di Claudio Quarta inizia nel 2005, con la decisione di abbandonare il camice, ed una brillante carriera da ricercatore e da imprenditore farmaceutico, per indossare i panni del vignaiolo tra la sua terra, il Salento, e l’avellinese. Tre cantine diverse, in tre territori distinti: Tenute Eméra, Cantina Moros e Cantina Sanpaolo, con il pallino in testa di emozionare ed emozionarsi, e lo sguardo fisso su due linee direttrici a lui molto care, quali la ricerca e la sostenibilità. Quest’oggi sono qui a parlarvi della 1° edizione del Greco di Tufo Claudio Quarta, la 2012, prodotto in una tiratura limitata di 2002 magnum. È frutto di una selezione di uve provenienti dai vigneti di Montefusco, allevati a 700m di altitudine, che l’enologo Vincenzo Mercurio ha vinificato in acciaio con una sosta sui lieviti di 12 mesi prima dell’imbottigliamento. Nel calice è tinto di un paglierino carico dai riflessi dorati, denso, e dalla grandissima vivacità di colore. Il naso è d’impatto, espressivo e ricco di sfumature odorose ben distinte che si susseguono l’un l’altra. In prima istanza sono netti e predominanti i profumi che ricordano gli idrocarburi e lo zolfo, che poi si fanno comprimari e lasciano il palcoscenico all’albicocca matura, alla buccia di mandarino candita, al miele, ed infine al rosmarino, al fieno ed ai fiori gialli secchi. In bocca ha carattere, struttura e dinamismo, complice un comparto fresco-sapido capace di mettere in secondo piano l’avvolgenza e la morbidezza iniziale, e di caratterizzare la bevuta con una grande sorbevolezza ed una pungente sensazione tattile che a tratti lo rende quasi masticabile. Il quadro, infine, è armoniosamente completato da una lunga chiusura di bocca scandita soprattutto dai ritorni erbacei e terziari. Un bianco perfettamente integro, che si trova in uno stato di forma invidiabile, a garanzia di ulteriori prospettive future. Da bere in un ampio calice intorno ai 10°C, in abbinamento ad un Pollo arrosto con patate.