Lo chef Giuseppe Aprea della Basilica di Sorrento ripropone una ricetta storica degli scialatielli creata dal compianto Antonio Cosentino

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da sinistra Antonio Cappiello, Rasel, Salvatore Gargiulo, Luigi Nostroso, lo chef Giuseppe Aprea,Luigi Maio, Stefano Esposito e Simone Manuel Di Martino

Una ricetta che suona come un omaggio al gusto del territorio che incornicia la costiera e al tempo stesso rende onore e merito alla memoria del suo inventore: lo chef Antonio Cosentino, scomparso un decennio fa. Antonio Cosentino, fratello del più famoso Enrico, è stato lo chef del Caruso e della Basilica per oltre venti anni, lasciando un impronta indelebile nei piatti e nei menù. E’ stato lo chef del cambiamento traghettando i due ristoranti nel terzo millennio, verso una modernità che li ha messi al passo con i tempi senza rinnegare quanto di più buono e gustoso c’è nella tradizione mediterranea e partenopea. Oggi questa grande eredita è gestita con impegno da una giovane brigata di cucina tra cui lo chef Giuseppe Aprea addetto ai primi piatti. E tra i primi non potevano mancare  pietanze preparate con gli scialatielli, il tipo di pasta fatto a mano e inventato proprio dal fratello di Antonio Cosentino. L’impasto ricalca la formula originale di Enrico Cosentino con due uova per un chilo di farina e l’aggiunta di latte, formaggio, basilico e olio. Un impasto diverso da quello di acqua e farina che si trova mediamente in giro. Mentre gli ingredienti della ricetta riproposta dal giovane e bravo Aprea si ispirano ai boschi ed alle produzioni agricole e casearie dei Monti Lattari che circondano la penisola sorrentina e la costiera amalfitana. Il caciocavallo, il formaggio di pecora, i funghi porcini, la salsiccia ed il guanciale di maiale sono tra i prodotti tipici di quei monti che tra le proprie eccellenze annoverano anche i vini rossi di Gragnano e Lettere, oltre al provolone del Monaco ed ai rinomati latticini freschi. Alla Basilica gli scialatielli (sempre con l’impasto originale) sono proposti in mille modi e sono sempre più richiesti dalla clientela, soprattutto straniera. Qui si gustano con pomodorini e basilico, con il ragù di carne, con le polpette al sugo, con i frutti di mare, con le zucchine e gamberi, con i crostacei, con la  provola e melanzane ed in ricordo dello chef  Cosentino al sapore dei Monti Lattari. La ricetta proposta per i lettori di Metropolis è di facile esecuzione e mette insieme i classici sapori di montagna con la carne di maiale in primo piano ed i funghi che donano il profumo del sottobosco. Ma è alla fine, nella fase della mantecatura, dove si nota tutta l’arte dello chef Cosentino che ha previsto l’uso del pecorino, caciocavallo e basilico che mettono il sigillo ad un piatto storico che la nuova generazione della Basilica continua a riproporre con successo. Nella foto al centro lo chef Giuseppe Aprea e la giovane brigata della Basilica                

La Ricetta: Scialatielli al sapore dei Monti Lattari 

Ingredienti per 4persone: 400gr. di Scialatielli; 200gr. di funghi porcini; 60gr. di guanciale; 200gr. di pomodorini; 120gr di salsiccia fresca; 1 spicchio di aglio; 1 cipollotto; ½ bicchiere di vino bianco; ½ peperoncino; basilico; una manciata di pecorino e caciocavallo semistagionato; olio extra vergine di oliva; sale q.b.

Procedimento: In una padella con olio, aglio, il cipollotto tritato ed il peperoncino aggiungere il guanciale e la salsiccia. Bagnare con il vino, unire i pomodorini e cuocere per 10 minuti. A parte spadellare nell’olio i funghi puliti e tagliati, quindi aggiungerli al sugo. Intanto cuocere per 4 minuti in abbondante acqua salata gli Scialatielli. Colare, unire al sugo e amalgamare con il caciocavallo a scaglie, il  pecorino grattugiato e foglie di basilico.