Può darsi il caso di momenti in cui anche questi nostri paesi vesuviani non siano più paesani: le luci, le strade, le persone diventano “Midnight in Paris” di Woody Allen. Accade ciò nel giorno che della settimana si può definire il “martedì grasso”, tempo in cui la gente trova un posto al sole: il solito quanto straordinario “sabato sera”. Per “movida” qui nel vesuviano s’intende lo scorrazzare dei motorini con ragazzi senza casco che per presunzione d’incolumità si atteggiano a Padre-Figlio&Spirito Santo (sempre se a salirci sono in tre); giovani nei bar a sorseggiare per ore il bicchierone di Campari, se non hanno consumato almeno venti cicchetti in cinque minuti (come gli eroi, non conoscono le mezze misure); il più piccato ambiente dei ristoranti, invece, per gli over 40 e padri/madri di famiglia fa le veci del divertimento che epoche prima anche per loro consisteva in bar&motorini. Ma come al personaggio di Gil viene incontro per caso la storia del mirabolante film di Allen, il sabato sera dei paesi capita, in un giorno qualunque, diverso.
San Giuseppe Vesuviano. In piazza grande fermento per il concerto di Cesare Cremonini. I ragazzi non si chiedono neanche se il compagno voglia salire sul motorino senza casco, rinunciano al posteggio del “guè, sei proprio bella, mi vuoi conoscere”, raggiungono le ragazze tramite lettera o bussata a casa con i versi “una come te, un gatto sopra al letto e un uomo nudo ad aspettare; una come te, il vento che le soffia dentro non la può spostare; uno come me non la può dimenticare,…”! (https://www.youtube.com/watch?v=t8jyXVcMWYc ) Intanto nei bar si cantano le canzoni di Annalisa, dei Coldplay, persino di Elodie: nessuno con gli occhi assuefatti dinanzi a un drink, perché il drink serve per ricordare una frase sfuggita di una strofa o la nota precisa di un ritornello. E non si tratta solo di S. Giuseppe centro: per tutto il paese le macchine non sorpassano i 50 orari, oltre i quali il contachilometri fa scattare un pezzo di Laura Pausini o di Fedez, ma nessuno ha interesse a scambiare Bruno Mars per delle caramelle avariate. Cremonini sale sul palco, gli fa davvero piacere che dietro di lui della gente per intrattenersi abbia tirato fuori “The fool on the hill” dei Beatles.
Ottaviano. Il buio sabato sera di Ottaviano riscaldato solo dai lampioni della luce accesi (perché i ragazzi sciamano altrove) è stato sostituito da schermi cinematografici grandi e medi per tutto il paese. Ogni angolo accoglie un numero folto di persone e i film sono i più vari: non Siani né Fast&Furious. Strano, di una rissa neanche l’odore: ovvio, la rabbia è tutta presa, canalizzata e sfogata nella finzione di “Fight club” di Fincher, tanto che quando l’energumeno-uno tenta di dare un pugno al vicino energumeno-due per la ragazza rubata, viene zittito con il rimprovero di portare rispetto alla scena madre del film; energumeno-uno si ritrae pentito. Alcune persone in piazza imparano a corteggiare vedendo “Harry ti presento Sally” e su al Castello le avventure dell’Antoine Doinel del ciclo di Truffaut spingono molti avvocati, impiegati e banchieri a sguardi teneri, ma in generale gli occhi di tutti risultano inediti durante questo sabato. Star qui ad elencare tutti i titoli dei film per ogni via di Ottaviano sarebbe troppo lungo, basti dire che qualcuno ha persino intravisto Woody Allen tra le file delle stalle del Palazzo Mediceo: visione o realtà, a noi piace credere che se ne sia avvertita la presenza, con tutte le conseguenze annesse…
San Gennarello. Il “sabato sera comme il faut” non risparmia neanche le frazioni dei Comuni, che anzi si prendono il meglio e godono del concerto di Capodanno dei Wiener Philarmoniker in persona, che lo replicano fuori la data ad esso deputato, comprese le coreografie del meraviglioso corpo di ballo del teatro di Vienna, il quale, invece di esibirsi per cortili e scaloni delle sontuose regge austriache, danza per le case di via Pappalardo.
Poi arriva la domenica, arriva la messa, arriva il lunedì con i bilanci comunali e l’immondizia da pagare, Woody Allen ritorna ad essere solo regista di film da guardare in un luogo specializzato chiamato cinema, in cui per entrare bisogna pagare. Noi possiamo solo sperare che nella mente della gente di tutta l’avventura sia rimasto il desiderio che un giorno il prossimo concerto in piazza a San Giuseppe sarà di Vasco Rossi.