Venezia Giulia Oslavje IGT, Fuori dal tempo, Radikon, 2000
Dopo una serie di “bevute spensierate” arriva una di quelle sere in cui hai voglia di qualcosa di “poco ortodosso”: ammesso che l’ortodossia in campo enologico sia da collegarsi al termine convenzionale! È così che, spulciando su una carta dei vini in versione digitale, l’occhio è caduto su di lui…..Radikon!
Avendone già scritto in precedenza, vi rimando all’articolo precedente per informazioni di natura storica ed orografica (link).
Stavolta è toccata ad un vino che rompe il ponte spazio/temporale con il mondo circostante trasportando il bevitore in un’altra dimensione, Fuori dal tempo targato 2000: ed il nome sembra avere una funzione premonitrice!
Chardonnay e Sauvignon (60 e 40%) da un vigneto di 3ha e 30 anni di età, allevato a guyot sul tipico suolo ricco di ponka.
Fermentazione spontanea in tini di rovere con macerazione pellicolare di 35 giorni, durante i quali vengono quotidianamente eseguite 3/4 frollature. In seguito il vino viene elevato in botti di capacità comprese tra i 25 ed i 35hl per 36 mesi ed affinato per 9 anni in bottiglia prima della commercializzazione: senza chiarifiche, filtrazioni ed aggiunta di solforosa.
Un’etichetta che fa parte delle selezioni, prodotta in tiratura limitata di poco più di 3000 bottiglie.
Di seguito ne riporto le mie personali impressioni.
Aranciato ed opalescente alla vista (e non potrebbe essere altrimenti visto che è stato così concepito), è al naso ed in bocca che si riscatta nei confronti dei meno avvezzi alla tipologia.
Il ventaglio olfattivo si allarga man mano nel calice regalando ad ogni olfazione una percezione ben distinta. Si va dalle bucce di agrumi canditi alla frutta esotica essiccata, da foglie e fiori secchi alla frutta a guscio tostata, dalla scatola di sigaro al balsamico, dall’infuso di mela annurca e cannella allo zenzero, per finire con una nota di origano secco.
Il sorso è tagliente, in cui ad una morbidezza accennata in ingresso fanno da contraltare una sferzata di acidità, di quelle che mettono in riga, ed una sapidità che a tratti lo rende quasi masticabile dopo la deglutizione: ma solo per pochi istanti! La freschezza è tale da riequilibrare il palato ed allungarne lo slancio gustativo in cui, per via retronasale, si ripetono didascalicamente le sensazioni percepite sul piano olfattivo.
Ho avuto modo di apprezzare il Fuori dal tempo in un ampio calice ad una temperatura compresa tra i 14 ed i 16°C, e di poterne apprezzare la sua escalation nel bicchiere nel corso di una serata.
Personalmente ritengo che possa essere il compagno ideale di un piatto di “Cappelli ripieni di genovese di vitello su vellutata di Grana Padano, verdure disidratate e tartufo nero” (Chef Ernesto Iaccarino, Don Alfonso 1890).
Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina