Nella notte tra il martedì 5 e il mercoledì 6 settembre il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Torre Annunziata ha eseguito dodici arresti mediante un Blitz, portando alla ribalta la drammatica situazione del pizzo che investiva la città oplontina, i suoi commercianti e non solo. Sotto accusa, in particolare, Luigi Della Grotta e Vincenzo Amoruso, i capi del clan Gionta, insieme ad altre dieci persone a loro affiliate. Le accuse: estorsione e traffico di armi con finalità mafiose; il pizzo veniva richiesto e imposto a diversi esercizi della città, non soltanto commercianti, ma anche centri medici, imprese etc.. Questo veniva riscosso in misura variabile in base alle possibilità economiche delle diverse vittime; il pagamento, che poteva estendersi fino ai quattromila euro, veniva percepito mensilmente o anche annualmente. Tutta questa organizzazione inoltre, era sempre svolta in accordo con altri clan per la “spartizione” del territorio. L’organizzazione criminale era formata da tre clan; oltre ai Gionta, i Limelli-Vangone e i Gallo-Cavalieri. Raccolto il denaro dagli affiliati, per mezzo di una specifica mappatura del territorio, si dividevano il bottino. Quest’ultimo utilizzato per il sostentamento delle famiglie degli affiliati, al cui apice troviamo le mogli dei detenuti della vecchia gestione dei clan a cui spettava un sostentamento economico “privilegiato”. La straordinaria indagine messa a punto dai Carabinieri, ha messo quindi a tappeto l’organizzazione di affari illeciti del territorio di Torre Annunziata, portando così a preliminari misure cautelari.