Iscrizioni aperte per “Turning point”, il corso di sceneggiatura cinematografica che svolta

Eccellenze nostrane

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Iole Masucci è una donna dalle mille risorse, e questo fa di lei il prototipo della sceneggiatrice. Non si risparmia per nessuno, e questo fa di lei l’insegnante ideale. “Turning point”, in gergo filmico, è il nome del momento in cui il personaggio decide di cambiare le proprie sorti. Che cosa significa questo salto nella svolta per un corso d’apprendimento? –“Turningpoint nasce nel 2014 a Roma dove, per la prima volta, ho provato a strutturare la mia idea di offerta formativa, grazie al sostegno della FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori).”- spiega Iole-“ Quello che mi preme, oltre ovviamente a preparare i ragazzi, è offrire loro la possibilità di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Contatto che, se è difficile ottenere in tutti gli altri settori, rischia di essere ancora più complicato per un mestiere particolare come quello dello sceneggiatore. Per questo motivo ho pensato di chiudere ogni edizione con la presentazione dei pitch ai produttori cinematografici: i ragazzi hanno la possibilità di presentare la propria sceneggiatura e di interfacciarsi con chi effettivamente svolge questo lavoro e ciò rappresenta un importante momento di crescita, oltre che una reale opportunità. Ringrazio l’Associazione dei Giovani Produttori che, ogni anno, sostiene l’iniziativa partecipando attivamente e offrendo un preziosissimo supporto creativo e operativo. Qualche ragazzo ha avviato dei rapporti professionali attraverso delle opzioni, qualche altro ha avuto la possibilità di fare esperienza attraverso collaborazioni retribuite con i docenti del corso. Il corso, infatti, prevede l’incontro con docenti esterni come Fausto Brizzi, Luca Miniero, Stefano Reali, Gino Ventriglia e tanti altri. Io, i ragazzi, li considero un po’ tutti come figli miei e resto a loro disposizione anche a corso finito! Dal 2015 turningpoint si svolge non solo a Roma ma anche a Napoli, presso la sede della scuola di cinema ASCI. Non nascondo che mi piacerebbe, in un futuro prossimo, far partire un corso anche a Milano… Ci stiamo lavorando…”  Il 29 settembre si terrà la lezione Demo di Napoli nella sede Asci (Piazza Trieste e Trento 48), in quell’occasione sarà anche possibile iscriversi. (Per il prospetto generale, le coordinate del corso e CV della docente, in allegato sotto i documenti ufficiali).

Iole Masucci

 

Gente di tutte le età e provenienze ha partecipato al corso in questi anni: adulti con lavoro e famiglia già avviati, persone che magari non aspiravano alla carriera cinematografica ma solo all’arricchimento culturale, ragazzi senza titolo universitario, studenti liceali… “Turning point” unisce nel segno di una didattica forte che s’intreccia con la familiarità dell’atmosfera; a volte Iole fa partire la lezione dalla strada, dove c’è la vita, un fatto che lo sceneggiatore non deve mai dimenticare. Qual è il modello d’insegnamento? –“Secondo me insegnare deve essere una vocazione, non basta conoscere la materia.”- continua Iole- “E’ necessario trasferire la passione, l’amore per quello che si insegna. Io adoro l’insegnamento e, se non avessi fatto la sceneggiatrice, probabilmente avrei tentato la carriera scolastica! Insegnare è uno scambio continuo tra il docente e l’allievo, spesso è proprio il modo in cui i ragazzi imparano a influenzare il metodo. Io penso sia fondamentale applicare immediatamente quanto viene discusso in teoria, creare sotto pressione, riuscire a superare l’ansia da prestazione, la gelosia per le proprie idee e il timore di essere giudicati. Scrivere è divertimento responsabile: lo sceneggiatore parla alle persone e deve rispettare il tempo che gli spettatori destinano al prodotto del suo ingegno. Lo sceneggiatore è uno psicologo che racconta la vita attraverso una personalissima interpretazione e offre a tutti la possibilità di esplorarsi e di immedesimarsi anche in qualcosa di lontano da sé, in un qualcosa che altrimenti non avrebbe avuto mai la possibilità di vivere! Prima della tecnica della sceneggiatura quindi, fondamentale per qualsiasi audiovideo che voglia essere efficace, io cerco di trasmettere il rispetto per la professione e per il pubblico. Sulla tecnica si calano le emozioni e ciascuno studente ha una tavolozza unica di emozioni e, ad ogni corso, io mi arricchisco di quei colori e quelle sfumature: insegno e imparo. Deve esserci uno stimolo costante e reciproco: questo, in definitiva, è anche quello che accade durante le riunioni di sceneggiatura, ma non lo si può insegnare, va vissuto! E’ nel fare che si impara: io credo molto nella pratica e, del resto, ciò che distingue lo scrittore da un non- scrittore è solo lo scrittore che scrive! Non si tratta di riempire di parole un foglio bianco ma di trasferire una visione, di mostrare una diversa possibilità degli eventi, di raccontare l’anima.” 

 

La scrittura è materia intangibile, durante il lavoro sorgono mille soluzioni da trovare, è l’utopia che i programmi scolastici non riescono a realizzare: vivere nella mente e nella sensibilità a tutti i livelli di chi dà e di chi riceve. Dunque, l’insegnante d’arte “normale” deve essere quel professore che a scuola verrebbe appioppato come “speciale”. Iole è come diversi personaggi-mentore delle sceneggiature: talvolta madre, talatra sorella, poi amica e confidente, poi maestra o personal trainer. Così, è attenta al tipo di condivisione nel gruppo degli esercizi svolti, a che ognuno abbia un proprio ruolo in classe, l’uno rispetto a un altro ad esempio. Si possono ricordare situazioni in cui aveva visto il talento di qualcuno che all’inizio non riusciva a buttar giù tre righe, quando a fine corso è arrivato ad essere ciò che egli stesso non avrebbe detto. Capacità maieutica: porta l’allievo a staccarsi dal docente e proporre novità, a fargli sentire che della sostanza più evanescente di tutte ha afferrato la propria strada. Qual è il tipo di sceneggiatore che esce da Turningpoint? –“Non mi piacciono le generalizzazioni, la ricchezza di un autore credo stia proprio nel suo essere diverso, ma se dovessi individuare delle caratteristiche comuni tra gli sceneggiatori che si formano nel mio corso, direi: preparati, aperti, precisi, rispettosi e appassionati. Il resto è farina del loro sacco…”

 

C’è un altro affare spinoso nell’insegnamento artistico: quanto è propenso un individuo padrone del proprio mestiere a rivelarne i segreti agli allievi? Da qui si tocca con mano la stoffa originale o falsa del maestro. Dipende da dove sulla scala dei suoi valori trova posto la fiducia riposta: come una Maria Montessori non avrebbe negato a nessun discepolo i più profondi motivi del proprio successo per il bene dei bambini, nella persona di Iole davvero la concorrenza diventa un vecchio ritornello da vecchie società del profitto. Cosa dire a chi comincia l’apprendimento cinematografico per farne un mestiere? –“A chi si ammala di sceneggiatura, mi sento di dire che è un morbo da cui non si guarisce mai, si può solo aggravare, quindi è bene munirsi di pazienza, follia, e un discreto numero di fegati di ricambio!”- chiosa Iole-“ A chi sceglie di iscriversi a turningpoint, invece, aggiungo di rimboccarsi le maniche perché ci sarà da faticare!”

Allegati:

Prospetto Corso Turning Point ASCI – 2017.18

CV Iole Masucci