La storia della gastronomia costiera parte dal famosissimo ristorante La Favorita detto ‘O Parrucchiano
In principio fu ‘O Parrucchiano. Prima c’era il buio. La Genesi è tutta lì. Ed insieme alla prima trattoria che la storia sorrentina ricordi, all’alba del turismo di massa furono anche i cannelloni. Prima c’era una cucina uguale a quella di casa. Quella povera dei mangiafoglie che si stavano trasformando in voraci estimatori della pasta e della carne. Il boom economico che avrebbe permesso a tutti un posto al mare ed al ristorante era ancora lontano. Gli anni ’60, con la loro musica beat ed il benessere diffuso misto ad un senso di felicità, erano ancora un miraggio. L’Italia veniva fuori da una guerra disastrosa, siamo agli inizi degli anni ’50, ed il turismo era una parola ad appannaggio dei soli pochi stranieri che, per la verità, in costiera ci venivano dalla fine del 1700. Quelli erano i tempi del gran tour che vedevano filosofi, scrittori, musicisti, nobili e ricchi intellettuali di mezza Europa interessarsi agli incanti dei paesaggi ed alle bellezze artistiche ad iniziare da quelle degli scavi archeologici. La storia turistica fino all’immediato ultimo dopoguerra è storia d’elite e di forestieri che erano ben poco interessati al cibo, alla gastronomia diremmo oggi, della costiera. E fino ad allora la trattoria “La Favorita” detta O Parrucchiano già esisteva. Fu aperta nel 1868 da Antonio Ercolano che aveva preferito la vita da oste a quella di religioso e lasciato il seminario inizio l’avventura di ristoratore di successo portandosi dietro l’appellativo di parrocchiano. Il successo arrivò con i cannelloni che preparava personalmente impastando acqua e farina che poi avvolgeva a forma di cannolo e farciva con sugo di pomodoro e pezzetti di carne. Grande intuizione quella di proporre gia agli inizi del ‘900 un piatto che sarebbe diventato il sogno (carne e pasta) dei giorni di festa di ogni italiano per quasi tutto il secolo. E’ Così che la seconda generazione, il figlio Giuseppe Manniello, trova la strada aperta da quel meraviglioso piatto che attira, tra gli anni ’50 e ’60, frotte di turisti, soprattutto napoletani, che hanno fame di vita e di divertimento anche a tavola e che di fatto inaugurano la moda del turismo enogastronomico. Ai cannelloni si aggiungono gli gnocchi e gli spaghetti a vongole che presto saranno sostituiti dagli scialatielli, le fritture di pesce e le cotolette di carne. Di piatto in piatto siamo arrivati alla terza generazione che oggi gestisce con Enzo Manniello lo storico locale. Un compito molto più difficile rispetto a quello degli antenati. Oggi il Parrocchiano si deve misurare con una realtà gastronomica evoluta, con la ristorazione costiera d’eccellenza che fa scuola nel mondo e con gli chef che creano piatti che vanno ad appagare la voglia di novità di un pubblico sempre più colto ed esigente. Ma Enzo Manniello, con la sua immensa brigata di cucina riesce a tenere il passo con i tempi e proporre il nuovo gusto della cucina sorrentina.