La Taverna del Leone si presenta come un elegante,curato e moderno ristorante. Cucina a vista,
personale di sala giovane e l’aria di un locale che ha poco a che fare con i numerosi ristoranti turistici che assediano Positano. Ma sopratutto ha un menù che la dice lunga sulle scelte degli chef e dei patron. Un menù che racconta di pasta fatta a mano, di tartare di pesce freschissimo, di tempura, di stracotti all’aglianico, di insalate dal tocco etnico, di prodotti tipici targati Slow Food, di cotture a bassa temperatura e di abbinamenti creativi. Oltre ad avere una pizza che si fa notare per la sua bontà. Insomma un menù all’altezza dei tempi che pone questo ristorante tra quelli più attenti all’evoluzione della gastronomia campana. Quindi un locale dall’impatto molto moderno, tanto che diventa difficile credere che nel 2015 ha festeggiato i 50anni di attività. Eppure è passato oltre mezzo secolo e tutto nelle mani della stessa famiglia. E’ Giuseppe Guida nel 1965 ad aprire la Taverna, dove si trova ora sulla strada che porta a Praiano La costanza nella scelta di materie prima di qualità ad iniziare dalla freschezza del pesce ha premiato i Guida che da taverna di paese sono passati a ristorante di successo. Intanto, nel tempo, il testimone è passato al figlio Antonio che sposando Fortunata Cilento ha amplificato il buon nome del ristorante che a distanza di tanti anni rimane il punto di riferimento degli abitanti e nello stesso tempo dei turisti ospiti delle strutture alberghiere di lusso a cominciare dal prestigioso San Pietro. Oggi è entrata in gioco la terza generazione con Giuseppe Guida (stesso nome del nonno fondatore) che dopo un po di esperienze manageriali in strutture di lusso in giro per il mondo è ritornato a casa a dare nuovo e giovanile vigore al locale di famiglia, rafforzando con piccoli accorgimenti la formula vincente della Taverna.
Ma qui si mangia anche una delle migliori pizze di tutta la costiera amalfitana. Ad infornarla è Ulisse Capriglione pizzaiolo da una vita. Mentre lo chef Giuseppe D’Urso, aiutato da Carmine Di Martino con la supervisione di Fortunata Cilento e di Giuseppe Guida, propone un menù stagionale dove campeggia tutto l’anno la frittura all’italiana fatta con arancini, crocchette, polpette di melanzane, patatine, julienne di verdura e altre fritturine preparate giornaliermente e cotte in modo leggero. Una frittura che ha il suo alter ego in quella di pesce che vede gamberi in tempura, polpette di baccalà e frittelle di pesce vario. I dolci invece sono il regno di Filomena Cilento, sorella di Fortunata, autodidatta; ma all’attivo conta numerosi corsi presso prestigiosi pasticceri e la creazione di alcuni dolci riuscitissimi come la Ceesecake o la Pastiera.