Campania Bianco IGP, Sireo, Abbazia di Crapolla, 2012 e 2010
Eccomi qui, ancora una volta, a parlare con grande orgoglio di un’azienda vicana capace di creare una rottura netta in Penisola Sorrentina. Territorio a cui è riconosciuta una DOP ed in cui non si crede sufficientemente, od almeno non vi si credeva fino a 10 anni fa. Abbazia di Crapolla sta segnando il passo e sta facendo parlare tanto e bene di sè! Avendone già scritto in precedenza, ed in particolare del del “Noir 2014”, vi rimando all’articolo precedente (link) per informazioni più dettagliate sul contesto storico ed orografico. È così che Maometto (io), alle porte della primavera, si è recato in visita alla Montagna (la Grangia Benedettina) in compagnia di amici/colleghi sommelier ed appassionati come lui.
Ad accoglierci calorosamente è stato uno dei soci, il Dott. Alifano, in compagnia della moglie. Mancavo da un po’ e nel frattempo ci sono stati tanti cambiamenti: dal completamento dei lavori di ristrutturazione, alla cantina, ad una zona riservata all’accoglienza ed alla degustazione dei vini, nonchè alla crescita del vigneto. Come sempre Fulvio è stato ben lieto di farci assaggiare le ultime annate dei suoi vini per poi congedarci con una chicca dallo storico aziendale: una bottiglia di Sireo 2012. Lo stupore è stato generale, non perchè non credessimo nel potenziale evolutivo di questo vino, ma perchè superava le nostre già rosee aspettative. Il tempo e l’evoluzione in bottiglia hanno senz’altro giocato a suo favore. Nel calice aveva una luminosissima veste paglierina dalle spaccature verdoline. Il naso era incredibilmente articolato tra note gessose, affumicate, iodate, vegetali ed accenni di idrocarburi, contornate dal profumo di una nespola non perfettamente matura e di fiori di camomilla. Il sorso era testo, discretamente morbido, fresco e sapido, con una lunga chiusura dal timbro fumè ed etereo.
Poi capita che La Montagna vada da Maometto con aria di riscatto.
Il motivo è stato un assaggio sfortunato della prima annata prodotta, ma non commercializzata del Sireo, la2010. All’epoca l’Azienda non aveva nemmeno la cantina. Il Prof. Luigi Moio, che allora curava il tutto personalmente, si avvalse di Cantina del Taburno per la vinificazione delle uve e, scelse di utilizzare bottiglie e tappature economiche visto che tutto era ancora in una fase sperimentale. La Montagna, alias Peppe Puttini (l’altro socio del Dott. Alifano), nel corso dell’estate 2016 mi aveva tanto parlato dell’esistenza di alcune bottiglie della 2010 e della bontà di tale vino. Sicchè nel corso dell’inverno riesco ad averne una tra le mani, segnata nel suo destino da un tappo di agglomerato che purtroppo aveva perso la sua elasticità facendo ossidare il vino.
Il sogno di riassaggiare la prima annata del Sireo sembrava svanito finchè la scorsa settimana Peppe è tornato alla carica con una bottiglia riapprodata in terra natia dopo essere stata custodita in questi anni nella cantina di un amico nel Monferrato!
Al via di Mr Puttini la apriamo e da lì è partito un commento corale: WOW! Oro vivido nel calice. Al naso da subito note balsamiche, di incenso, idrocarburi, poi albicocche mature, camomilla e miele di millefiori. Il sorso succoso, avvolgente, incredibilmente fresco e sapido. Equilibratissimo, lunghissimo in chiusura di bocca ed armonico.
Una grande sorpresa, un vino inaspettato, terribilmente godurioso e finito troppo in fretta: avrei preferito riassaggiarne un altro calice a fine serata, con più calma.
Grazie infinite al duo “Peppe & Peppe” in foto: l’uno l’ha fatto (il vino), l’altro mi ha inserito in un contesto in cui mi capitano opportunità del genere……
Ed Io? Io l’ho solo raccontato, spero nel migliore dei modi!
Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina