La domanda “cosa è mediterraneo?” ha interessato molti pensatori del Sud in cerca di chiarire la propria identità. Vogliamo qui sottoporre la riflessione di un pensatore spagnolo che ha fatto di questa ricerca il centro della propria filosofia: il contatto con grandi valori come il Buono, il Bello, il Vero sarà sempre sterile, schematico e inautentico se non si parte dal dispiegare il logos, la ragione discorsiva, del proprio ambiente, della propria“circostanza”, letteralmente ciò che ci circonda, dal più piccolo ruscello del nostro paese, ai nostri affetti, al perché della nostra nazione; si tratta di Josè Ortega y Gasset. Nelle “Meditazioni del Chisciotte”egli scrive che si tende sempre a contrapporre “le nebbie germaniche “ alla “chiarezza latina”: prese senza dialettica, le une rappresentano il regno del Concetto, percepito come granitico dall’altra; la seconda è madre di una rètina che coglie l’impressione delle cose (le apparenze), considerata materia frivola dalle prime. Questo serba la visione mediterranea senza influenze, quella di Roma villaggio del Lazio ai tempi della fondazione, che aveva tutto in comune con Cartagine africana e le altre terre affacciate sul Mare nostrum:-“Sensualismo. Siamo meri supporti dei nostri organi di senso: vediamo, ascoltiamo, odoriamo, tocchiamo, gustiamo, sentiamo il piacere e il dolore organici…il mondo esterno esiste per noi”. Ma, avverte Ortega, senza il concetto non riusciremmo a ritenere ed elaborare le impressioni, la carne delle cose, quindi ad avere una “Cultura”, possesso stabile di immagini e situazioni. Dunque, siamo preda di un equivoco: non bisogna dimenticare che “Europa” segue un filo storico che vede fondersi gli uni negli altri Greci-Romani-Germani (invasioni)- stati nazionali: materialità e concetto vanno integrati, tutti noi non siamo più solo “mediterranei”. Nel saggio in questione, il “Don Chisciotte”di Cervantes è in grado di rendere conto tanto di questo equivoco- in quanto romanzo oggetto di un’analisi errata da parte della critica letteraria- che dell’integrazione suddetta- secondo una profonda nuova lettura. Ecco che si leva il grido del filosofo:-“Non obbligatemi ad essere solo spagnolo, se per voi spagnolo significa soltanto uomo della riverberante costa. Non infondete in me il germe della guerra civile; non aizzate l’iberico che mi si agita dentro con le sue aspre, irsute passioni contro il biondo germano, meditativo e sentimentale, che abita la zona crepuscolare della mia anima. Io li spingo alla collaborazione”
E’ a Settimo Torinese che si terrà la seconda tappa di “Mediterraneo: fotografie tra terre e mare”, la rassegna che racconta il Mediterraneo come “sperimentale” luogo di relazioni dove le culture e le arti coesistono, dialogano, si intrecciano. L’inaugurazione della mostra, in un percorso che si snoda tra stampe e proiezioni, si terrà il 17 giugno alle ore 18 all’Ecomuseo del Freidano.
Ogni anno “Mediterraneo: fotografie tra terre e mare” pubblica bandi attraverso cui i fotografi partecipano. Una giuria annuale, sempre varia, seleziona i lavori da esporre. Le aree di interesse della rassegna restano l’attualità, relativa anche alla ricerca e sostenibilità ambientale ed energetica; i fotografi al di sotto dei 35 anni; il sostegno agli sguardi al femminile con l’invito alle fotografe; il Circuito Off nato nel 2016 attraverso cui la direzione artistica seleziona fotografi la cui sensibilità è particolarmente apprezzata. Tre le città coinvolte nel 2017, Venezia, Settimo Torinese e Napoli, tra metà maggio e metà luglio. Toccherà dunque Napoli a fine giugno.
Ecco gli appuntamenti a Torino oltre la mostra permanente:
-14 giugno con il Laboratorio di Fotografia per Stranieri e curiosi, un laboratorio interculturale di esplorazioni urbane aperto a tutti stranieri e cittadini della durata di due giorni intensivi che porterà alla selezione di una serie di lavori realizzati dai partecipanti e alla loro proiezione durante l’inaugurazione.
– un incontro, aperto a tutti, sulla fotografia di reportage, con Gabriele Micalizzi di Cesura che si terrà sabato 17 giugno alle ore 15,30 all’Ecomuseo del Freidano. Alle ore 18 parte la rassegna all’Ecomuseo del Freidano con un percorso espositivo, che si snoda tra stampe e video proiezioni, che mette in mostra i lavori dei fotografi Michele Crameri, Alessandro Gaja, Alessandro Gandolfi, Alessandro Rota, Mara Scampoli, Guido Villani.
– domenica 18 giugno tra le ore 15 e le ore 19 in presenza della curatrice Patrizia Varone. L’esposizione all’Ecomuseo del Freidano, sarà visitabile fino all’8 luglio.