San Michele 2018: volo dell’angelo a rischio a causa dell’angelo

Una festa del Comune per un bambino fuori dal comune

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Anche quest’anno la festa si è svolta come San Michele comanda, ma nel tumulto generale, nessuno si è accorto che si stava svolgendo un tumulto particolare, come una battaglia personale che involve però l’universalità: la lotta per essere sé stesso di un ottenne bambino che, destinato al volo dell’angelo dal 2018 fino alla perpetrazione della stirpe, si è rifiutato in stile solenne:-“Pagani e infantili! Tàngheri, voi siete cattolici quanto io sono san Giacchino: a vuje ve piace sulamente ‘o magna’ alle bancarelle.”

 

Questo il grido alla “Yes, we can’t” del piccolo ottenne, che durante tutto San Michele ha messo in campo varie rimostranze, soffocate dalla forza dei più grandi e dalla sua incapacità di intendere e volere secondo legge. Vale la pena di riportarne qualcuna, a onor di cronaca e di civiltà che ancora esiste in questo paese:

 

– Il giorno prima della Diana, di notte si è messo a sparare delle cariche di botti che la sua famiglia teneva in cucina per l’evento dell’indomani:-“Stateci adesso nei panni di cani e persone che dormono mentre sparate questa roba, provate cosa vuol dire davvero correre per non essere beccati in pieno…!”Peccato che l’udito di tutti fosse già talmente danneggiato dagli anni di Diana che il rumore è rimbalzato nel nulla e quando un botto ha tranciato il piede al padre, questi ha continuato a dormire come se niente fosse. L’ottenne avrebbe dovuto prevederlo: dopo arti e dita saltati in tanti anni di abitudine al rito… Punizione: deve partecipare ai cori di “San Giuseppe fa schifo” durante la processione per asserire l’ “ottavianesità”, virtus così famosa per il globo terracqueo.

 

– Il giorno del concerto di Anna Tatangelo ha indetto lo sciopero dell’udito, chiudendosi nella sua stanza. Un cartello fuori la porta: “Io sono i giardini di marzo”. I genitori, credendo il figlio impazzito, hanno chiamato il prete (lo psicologo è un’onta). “Perché marzo, figliuolo?” “Perché il mese in cui cominciano a rompermi i cabasisi con il volo, io metto Battisti a palla”. Punizione: filodiffusione in tutta la casa per due giorni di “Muchacha troppo sexy” della Tatangelo.

 

– Il giorno del Palio degli asini, tutta la famiglia indossa il colore della contrada. “Vèstiti, il carro è già fuori.” “Lo sai che non salto sul carro del vincitore”. Infatti, l’ottenne, ogni anno da quando aveva cinque anni, propone di sfilare con un proprio carro: un triciclo con annesso rimorchio con sopra libri di Voltaire, Stafano Benni, De Martino, Durkheim, Marx, Shopenhauer e altri sistemati a mo’ di vetrina. Al posto dell’asino, un peluche con su scritto “Operai di tutto il mondo, unitevi”. I genitori, per evitare di esporsi alla pubblica gogna, lo chiudono in casa.

 

Ma l’ottenne non ci sta, non vuole essere conquistato al volo dell’angelo. Sulla propria agenda telefonica reperisce i numeri di Macron appena eletto e di Barack Obama in visita a Milano, chiede loro aiuto, istruzioni. Macron:-“Tu urla liberté egalité et fraternité, qualcosa succederà”; Obama:-“Non ce la faccio a stare lì per domani, conosci il traffico dell’autostrada del Sole. Dimostra che San Michele ha tutte le carte per un impeachment”. Il giorno del volo viene: i fratelli, uno a uno vengono ghermiti e appesi al filo, sciorinano la canzone che ogni anno l’ottenne canta al contrario e in dissonanza perché non avendo il numero di Satana, quello è l’unico modo per chiamarlo.

 

Il 2018 dovrebbe essere il suo turno: chi la spunterà? Riusciranno i genitori a piegarlo con una play station? Con un i-phone8? Con un hoverboard?

Al prossimo San Michele.