Lo scorso 29 aprile si è tenuta ad Avella la presentazione di “Ali spezzate. Annalisa Durante. Morire a Forcella a quattordici anni” (Di Girolamo Editore) uno degli ultimi libri del poliziotto-scrittore Paolo Miggiano, l’uomo che combatte e fa resistenza in divisa e con la penna. La storia di questa vita spezzata una sera della primavera del 2004 è stata presentata in occasione delle Festa dei Libri e dei Fumetti, organizzata ogni anno in memoria di Alessia Bellofatto “una ragazza avellana che, a causa di una malattia, non ha avuto il tempo di essere donna” spiega Paolo Miggiano “proprio come Annalisa Durante, la bambina che, a soli quattordici anni, venne uccisa a Forcella nel corso di un conflitto a fuoco tra bande di giovani camorristi”. “Era un suo desiderio quello di rimanere nella memoria di chi sarebbe sopravvissuto a lei” sottolinea lo scrittore “Lei stessa scriveva nel suo diario, in qualche maniera premonitrice “Mi piace pensare che la mia vita non finirà con la morte. Mi piacerebbe restare nella memoria di chi resta”. “Per questo è importante far conoscere la sua vicenda, mantenere vivo il suo ricordo”. “Ali spezzate è un libro scritto con indignazione, per far riflettere gli adulti” osserva Miggiano. “Si è, invece, rivelato un libro che appassiona i ragazzi come quelli che ho incontrato ad Avella alla fiera del libro e del fumetto”. Diventa così un libro che parla della resistenza culturale.
“In un Paese normale, quando hai quattordici anni, quello che accade fuori da te, non dovrebbe avere molta importanza” sottolinea lo scrittore. “Annalisa Durante, con quello che accadeva nel suo quartiere da circa sessant’anni, non c’entrava proprio niente, eppure è stata uccisa e con lei il suo futuro. A quattordici anni non si fa la guerra, semmai si sogna di diventare grandi. Invece, la giovane Annalisa, in una sera di fine marzo del 2004, mentre era a chiacchierare con le sue amiche, sotto il portone della sua casa, veniva colpita a morte da un proiettile, esploso ad altezza d’uomo dall’ultimo erede del clan Giuliano”. “Ali spezzate non racconta solo il crudele assassinio di Annalisa, non si limita a tracciare la geografia di due clan della camorra che da anni si fanno la guerra, togliendo il respiro ad un quartiere ed a un’intera città, ma è anche una lucida analisi dell’abbandono e del degrado sociale e culturale in cui, da più di mezzo secolo, la classe dirigente e politica napoletana ha relegato i quartieri popolari di una delle città più importanti d’Europa. Il libro è il racconto di un’altra rivoluzione partenopea mancata che prende le mosse dall’incredibile e drammatica storia di Annalisa ed allo stesso tempo delle promesse non mantenute, del cinismo di quanti hanno saputo sfruttare questa tragedia. A Forcella, dopo la morte di Annalisa, tutto doveva cambiare e, invece, non solo molte delle promesse non sono state mantenute, ma di quella rivolta di popolo annunciata nei gironi successivi al suo assassinio è rimasto ben poco”. “C’è però l’impegno del padre di Annalisa, il signor Giovanni Durante, che dopo l’uccisione della figlia spende la propria esistenza nel tentativo di indicare soprattutto ai giovani la strada giusta da intraprendere. Il signor Giovanni, dopo aver donato gli organi della propria figlia, ha voluto, proprio lì, in via Vicaria Vecchia, a due passi da dove è stato versato il sangue innocente della sua bambina, far nascere una biblioteca dando ai giovani del rione la possibilità di avere tra le mani un libro, leggerlo e poi, se vogliono, riportarlo indietro. Un’iniziativa che sta riscuotendo un grande successo, tanto che anche il premio Oscar Roberto Benigni si è accorto che qui, a via Vicaria Vecchia 22, il postino bussa almeno una volta al giorno per consegnare libri inviati da ogni parte del mondo”.
Il libro parte da una riflessione sulle vittime innocenti della camorra e della criminalità in genere nella regione Campania, che tra i tanti primati detiene anche quello del numero più alto di persone innocenti uccise per mano criminale, nonostante con quella realtà non avessero nulla a che spartire, per poi addentrarsi in un mondo illegale troppo spesso sottovalutato ed a volte tollerato, come quello del periodo del contrabbando. Allo stesso tempo offre uno spaccato delle sanguinose guerre di camorra che negli anni si sono susseguite, tracciando con il sangue, anche di quello degli innocenti, i confini dei quartieri del centro cittadino e con essi gli affari illeciti.
Paolo Miggiano, da Minervino di Lecce, vive a Caserta. “Un uomo controcorrente, che crede nelle persone e nell’affermazione dei diritti di libertà” dice di lui. “Io viaggio in direzione ostinata e contraria”. Laureato in Scienze dell’Investigazione, con master in “Criminologia” ed in “Valorizzazione e gestione dei beni confiscati alle mafie”, è giornalista pubblicista. Per molti anni elicotterista della Polizia di Stato. Responsabile dei progetti editoriali della Fondazione Pol.i.s., già membro della Direzione nazionale di Cittadinanzattiva e degli Organismi di rappresentanza dei lavoratori della Polizia di Stato. Tra i suoi libri Morire a Procida, la Meridiana, Molfetta; I nuovi modelli di sicurezza urbana. L’esperienza della Regione Campania, Aracne, Roma; Qualcun altro bussò alla porta. Dario Scherillo e altre storie di persone vittime della violenza criminale, Spotzone, Mugnano di Napoli; A testa alta. Federico Del Prete: una storia di resistenza alla camorra, Di Girolamo Editore, Trapani; Ali spezzate. Annalisa Durante. Morire a Forcella a quattordici anni, Di Girolamo Editore, Trapani; In viaggio con la Méhari, pubblicato nell’Antologia PININ, Tra le righe libri edizioni. Tra i diversi premi che Miggiano ha ricevuto per i suoi scritti, “Ali spezzate” annovera, tra tanti, Nabokov 2015 – Secondo Premio per la Saggistica, Premio Letterario Nazionale Nicola Zingarelli – VIII Edizione – Secondo Premio, Premio Nazionale per la Legalità e Sicurezza Pubblica – Calvi Risorta, Premio Salvatore Quasimodo.
“Ali spezzate” – Booktrailer https://www.youtube.com/watch?v=DAFYZQiphX8&app=desktop