Merlot di Toscana IGT, La Ricolma, San Giusto A Rentennano, 2007
Ci troviamo a Gaiole in Chianti, quindi nella parte più meridionale del Chianti Classico, quella che affaccia sull’alto corso del fiume Arbia.
Qui, sulla strada che dalla Pianella di Siena porta al castello di Brolio, si trova la Fattoria San Giusto A Rentennano (nome di origine etrusca). Una tenuta di 160 ha d’estensione, di cui 31 coltivati a vigneto, governata da un antico castello che in origine era un monastero femminile cistercense (non a caso oggi chiamato di San Giusto delle Monache), poi fu un indomito fortilizio sul confine tra i contadi di Siena e di Firenze, ed infine venne trasformato in villa dai Ricasoli del Castello di Brolio.
Agli inizi del ‘900, più precisamente a partire dal 1914, la Tenuta è divenuta di proprietà della famiglia Martini di Cigala che da allora porta avanti la tradizione vitivinicola con grande umiltà e dedizione, lasciando parlare di sé più vini e dalla storia della Fattoria piuttosto che dal marketing.
Ai giorni d’oggi sono i fratelli Elisabetta, Francesco e Luca a portare avanti la tenuta, avvalendosi della preziosa collaborazione dell’enologo Attilio Pagli (in forza dal 1999) e del suo braccio destro in cantina Rosita Achini, nonchè dell’agronomo Ruggero Mazzilli.
In vigna, complice la diversa morfologia del suolo (tufacea, sabbiosa-limosa, argillo-sabbiosa, alcalina e calcarea), trovano dimora sia le varietà autoctone (Malvasia, Trebbiano, Canaiolo, Sangiovese) che il Merlot, da cui vengono prodotti soprattutto Chianti Classico, un passito ed un grandissimo Sangiovese di Toscana.
Un’altitudine media di circa 270m s.l.m., unitamente ad un microclima ed un’esposizione particolarmente favorevole, nonchè ad un approccio rispettoso in vigna (l’Azienda è certificata BIO) ed in cantina, completano il quadro generale.
Oggi parliamo della Ricolma, ed in particolare dell’annata 2007, frutto dell’unica varietà non autoctona: il Merlot. Usato da sempre per smussare la mascolinità del Sangiovese è comunque capace di regalare grandi espressioni in purezza, soprattutto sui suoli sabbiosi-limosi che caratterizzano alcune vigne dell’azienda. Pertanto, unitamente all’approccio tradizionalista nella produzione del Chianti Classico, a San Giusto a Rentennano viene vinificato separatamente dalle altre varietà. La fermentazione è avvenuta in acciaio con una macerazione pellicolare che si è protratta per 17 giorni. A seguito della “fermentazione” malolattica il vino è stato elevato in barriques di rovere francese per 22 mesi, cui è seguito l’imbottigliamento (senza filtrazioni) ed una ulteriore sosta in vetro di 6 mesi prima della commercializzazione.
Nel calice si fa apprezzare innanzitutto per una vivida e fitta veste granata dai bagliori giovanili.
Al naso subito tanto frutto, amarene sotto spirito e prugne secche, poi cioccolato al latte, cannella, ed infine richiami balsamici, di tabacco e fiori secchi.
Succoso ed avvolgente al palato, ricco ma non sovraestratto, si erge principalmente su una buona trama fresco/sapida che su quella tannica: matura e ben integrata.
Il sorso chiude con richiami di spezie e cioccolato, impreziosito da una piacevole scia sapida.
Ho avuto modo di apprezzare la Ricolma in un ampio calice intorno ai 16°C dopo averlo stappato con un’oretta di anticipo ed averne apprezzato l’escalation nel calice nell’arco della serata.
Personalmente ritengo che possa essere il compagno ideale di un piatto di Costine di Agnello alla brace accompagnate da Patate Arrosto. Rubrica a cura di Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina.