L’ultimo rapporto del Bem Research rivela che solo una famiglia campana su tre si è convertita ai servizi bancari online, un risultato molto al di sotto sia della media italiana che di quella dei Paesi europei, a causa principalmente di barriere tecnologiche e culturali. Ma il ritardo si paga in termini di costi operativi degli istituti di credito e in procedure più “noiose”.
Cattive notizie sul fronte dell’innovazione in Campania e, più in generale, in Italia: la nostra regione, stando alle statistiche rilevate dal Bem Research, si posiziona infatti agli ultimi posti della classifica italiana sulla diffusione dell’Internet banking, visto che solo un terzo della popolazione adulta ha scelto di usare i servizi bancari via web. Per la precisione, si stima che solo 29 famiglie campane su 100 abbiano attivato servizi di e-banking, penultimo livello assoluto nello Stivale (meglio solo della Calabria, ferma a 26), mentre la media nazionale raggiunge il 42% e performance molto differenti si riscontrano per altri grandi Paesi del Vecchio Continente, come Spagna (39%), Germania (51%) e Francia (58%), per restare al solo ambito dell’Eurozona.
Doppi effetti negativi. Il ritardo, spiegano gli esperti, ha effetti negativi sia sugli utenti che, più in generale, sullo stesso sistema bancario: alcune stime econometriche mostrano in particolare come l’internet banking consenta di migliorare l’efficienza del contesto, soprattutto nel rapporto tra costi operativi e ricavi, e di incrementare la redditività delle banche. Inoltre, la diffusione della virtualità potrebbe avere effetti positivi sullo sviluppo delle tecnologie digitali applicate alla finanza e sulla profilazione e fidelizzazione dei clienti nell’ambito dei big data.
I vantaggi per gli utenti. Ma è soprattutto sul fronte del singolo utente che si evidenziano i vantaggi maggiori: grazie ai servizi digitali è infatti possibile verificare il saldo del proprio conto, gestire il proprio denaro, effettuare un bonifico o una ricarica senza spostarsi da casa o, utilizzando le app o lo smartphone, anche in mobilità. Guardando il panorama degli operatori online, poi, si scoprono offerte in genere più convenienti, come quelle proposte da Ing Direct per l’apertura di un conto corrente, che riduce i costi a fronte di un’affidabilità molto elevata.
Chi sceglie l’home banking. Per una maggiore diffusione dei servizi bancari online servirebbe anche un miglioramento della cultura digitale dell’Italia; il rapporto di Bem Research rileva in particolare che la propensione a utilizzare tale servizio aumenta infatti al crescere del titolo di studio e dell’esperienza da parte dei clienti. In particolare, tra le persone con basso livello di istruzione solo l’11% sceglie l’home banking (contro una media europea del 22%), mentre i picchi più alti di attenzione all’e-banking si registrano intorno ai 35 anni e tra le persone che hanno un’occupazione fissa.
Azioni per migliorare. Il documento però spiega anche non tutte le responsabilità ricadono sulle scelte dei singoli utenti, perché tra i fattori che incidono negativamente sulla diffusione dell’internet banking ci sono anche le barriere tecnologiche che in Italia permangono, soprattutto per quanto riguarda l’assenza di banda larga. Non mancano poi i consigli per intervenire a correggere il ritardo: oltre a un’azione prioritaria sugli aspetti culturali (ovvero campagne di formazione e informazione per spingere all’uso degli strumenti digitali sia giovani con basso livello di istruzione che persone adulte), Bem Research spiega come anche l’offerta dovrebbe adeguarsi ai nuovi strumenti.
Superare il gap. Ad esempio, gli esperti sottolineano come il sistema bancario italiano potrebbe sfruttare uno dei suoi apparenti punti deboli, ovvero l’alta diffusione di filiali sul territorio, per cercare di colmare il gap culturale della clientela, aiutando famiglie e piccoli imprenditori a comprendere meglio l’uso della tecnologia e accompagnando la clientela a una modalità di relazione multicanale, incentrata proprio sul Web.
L’uso dello smartphone. Qualcosa comunque sta cambiando, anche grazie allo smartphone: come rivelato dall’Abi, gli utenti mobile hanno raggiunto a settembre scorso quota 5,2 milioni, che rapportato al totale significa che tre correntisti online su dieci accedono in modo abituale ai servizi bancari via telefonino, un dato comunque al di sotto della media europea (che è già al 47%).