Pompei, sindacati vs soprintendenza: “Conflitti di competenze tra i lavoratori del sito”

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Conflitti di competenze tra i lavoratori degli scavi archeologici. A farlo sapere sono i rappresentati territoriali Unsa e Flp di Pompei. “Siamo ancora in attesa che il ministro dei Beni Culturali e al Turismo ci convochi per discutere in maniera organica tutte le questioni sollevate nell’ambito della vertenza Pompei”, dichiara Giuseppe Urbino, segretario nazionale Unsa che, lo scorso 9 febbraio, era presente con il gruppo di sindacalisti fuori le porte dell’entrata scavi di piazza Esedra per manifestare. E’ ancora aperto e vivo più che mai, quindi, il braccio di ferro tra Sindacati e Soprintendenza Archeologica di Pompei. I sindacati territoriali scrivono ancora al Soprintendente Massimo Osanna. Si tratterebbe di una richiesta di contrattazione dell’organizzazione del lavoro negli scavi. Una storia (questa) che, nelle scorse settimane, ha scosso (e non poco) l’opinione pubblica. La questione è questa: nei giorni scorsi a seguito di un’assemblea sindacale della Confsal-Unsa il Soprintendente Osanna è stato oggetto di una denuncia (presentata alle forze dell’ordine dei carabinieri locali) per abusi di ufficio. Ebbene la riunione era in programma dalle ore 8.30 alle ore 11.00, a sito archeologico chiuso. “Alle ore 9.00 – si legge nell’esposto -, anche se in totale assenza dei lavoratori pubblici adibiti alla vigilanza, accoglienza e fruizione insistenti sul sito, il direttore Massimo Osanna ha dato indicazioni per l’apertura al pubblico del sito. Una condotta che ha determinato un rischio concreto per la tutela dell’intero parco archeologico e per la tutela dei lavoratori medesimi e dell’incolumità e sicurezza dei turisti”. A difesa di Osanna, poi, è arrivata proprio la Soprintendenza, ed anche molte figure politiche nazionali, quali il Ministro Franceschini, l’ex premiere Matteo Renzi e così via. Dunque una storia che non trova fine, nemmeno ora. Infatti, si riaccende con molta enfasi proprio con la lettere dei sindacati: “Rileviamo che in Soprintendenza è in atto uno stravolgimento dell’organizzazione del lavoro attualmente vigente, determinato sia dall’assegnazione di attività al personale Ales che all’affidamento al personale della segreteria tecnica –si legge -. E’ singolare, infatti, che attività d’ufficio, anche di carattere riservato, siano affidate al personale assunto a supporto e non a quello di ruolo, anche in virtù del fatto che tali attività riguardano soprattutto la gestione ordinaria”. Portano avanti, senza limiti, la propria causa i sindacati che sono sul piede di guerra da settimane. Continua, poi: “Per il servizio di vigilanza, a tutt’oggi, manca il parametro di riferimento del carico di lavoro individuale, le zone di vigilanza notturna, distribuite alle 26 unità in servizio previste dall’accordo precedente, attualmente vengono assegnate tenendo conto dell’attuale esiguo numero di personale in servizio, aggravando in tal modo la responsabilità individuale”. Conclude infine il presidente Urbino: “Non è mai rientrata la protesta. Se non ci saranno risposte esaustive da parte del Ministro non esiteremo a indire lo stato di agitazione”.