Extraterrestri vs Napoli 3 – 1: ma quel “Magnifico” cuore tiene ancora vive le speranze di una città intera

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Real Madrid – Napoli. Una partita che, dai napoletani, non sarà dimenticata facilmente, nonostante il risultato. Gli 11 azzurri scelti da Mister Sarri sono scesi in campo con la consapevolezza di avere di fronte gli 11 extraterrestri in maglia bianca che erano pronti ad essere sostituiti anche da altri 7 extraterrestri in panchina. Però, e c’è da dirlo, questo sogno azzurro, che oscillava tra l’impossibile e la possibile impresa, è iniziato nel migliore dei modi. Venti secondi di gioco e Benzema spiega bene al Napoli di Sarri che non si scherza. Ma Sarri e i suoi 11 in campo non si lasciano intimorire. Le speranze degli azzurri si sono aperte quando quella perla del folletto (Lorenzo Insigne) che è sbucato a tutta velocità da dietro e prima di tutti i difensori in maglia bianca, si è concretizzata facendo muovere la rete che era alle spalle di Navas dopo appena 8 minuti. Il folletto “Magnifico” esulta a suo modo, disegnando il cuore con le mani sotto la curva dei circa 10mila napoletani. Tutto era sembrato perfetto. C’era il Napoli di sempre, o quanto meno era quello delle ultime 18 partite. Tre passaggi, tre tocchi e lancio a rete di prima intenzione di capitan Hamsik. E chi, dopo quel goal, pure bello da vedere, non ha pensato: “Ce la possiamo fare davvero, allora? E’ nostra questa partita”. I tre amici sogno-speranza-ansia che hanno accompagnato ogni singolo spettatore per 90 minuti (quelli a casa e quelli allo stadio) hanno preso forma e colore proprio al minuto 8 della partita. Colore (ovviamente) azzurro. Forma, invece, quella del ciuccio che, dal Vesuvio, parte alla carica e dichiara guerra all’universo dei Galacticos.

La partita sembrava essere in salita. Ma le cose cominciano a non mettersi bene. L’ansia cresce. Il sogno che sembrava quasi vicino ha iniziato a spaventare. La speranza, però, era sempre la stessa. Su quel palo di Benzema (sullo 1 a 1), poi, è stato ancor più bello che esultare per un altro goal degli azzurri. La palla è rotolata lentamente, quasi da moviola, tenendo col fiato sospeso migliaia di tifosi che incollati davanti alla Tv per un paio di secondi, con bocca aperta, occhi spalancati e mani nei capelli, non riuscivano ad emettere parola e nessun tipo di suono. Quell’azione dei Galacticos, così perfetta e bella, come il quadro della Monnalisa, ha gelato il sangue. Si è perfino cristallizzato il magma del Vesuvio in quell’istante che sembrava durare un’ora, o forse più. “Palo!”. Scatta l’esultanza del popolo napoletano. Il sogno resta intatto, la speranza non cambia espressione, l’ansia, però, comincia a muoversi ancora di più.

I napoletani e gli 11 di Sarri, sanno bene che bisogna soffrire molto se si vuole uscire vincitrici da uno stadio del genere. Lo hanno fatto capire i Galacticos, campioni del mondo, in una sola azione durata 8 secondi a mala pena. Velocità, tecnica, tattica, fisicità. Insomma, in 8 secondi il Real Madrid ha raccontato, e molto bene anche, chi è il Real Madrid. Calpestare l’erba del Bernabeu non è cosa da tutti i giorni, d’altronde. Specie se si tratta delle fasi finali di Champions League e la posta in palio è alta. Nemmeno la presenza del padrone del calcio in tribuna ha potuto intimorire i Galacticos. Loro sono una macchina perfetta che, in ogni caso, il Napoli di Sarri, ha saputo mettere in difficoltà.

Minuto 19 pt – Carvajal disegna una parabola di bellezza inaudita dallo spigolo di destra dell’area di rigore, Benzema tra Hisaj e Albiol sbuca, salta più in alto e con un colpo di testa spiazza anche Reina. Risultato 1 a 1. Insomma, quello è il momento in cui le speranze dei napoletani iniziano a mettere i piedi a terra e a tornare consapevoli del fatto che una squadra così forte non si può battere in soli 8 minuti. Riparte il tentativo di scalata azzurra. Gli 11 extraterrestri di Madrid si fanno sentire in molte azioni rapide e precise. Il loro palleggio sembra una lezione continua di calcio. Ma il Napoli di Sarri è sempre lì, vivo più che mai.

Si rientra negli spogliatoi. Chissà cosa avrà detto mister Sarri in quei 15 minuti ai suoi. Fatto sta che, al ritorno in campo, il Napoli ha un altro passo, e un’altra determinazione che è ancora più viva del primo tempo. Già alle prime battute si fa sentire ancora più pericoloso. Ma, poi, ritorna la superiorità degli 11 Galacticos. Quella che spaventa il mondo (calcistico) intero e a cui non puoi sottrarti. Come un asteroide che sta per colpire la terra e non si ha più modo di scappare.

Minuto 49 st – Ronaldo danza sulla palla che è una meraviglia, sembra che non la tocchi nemmeno quando fa quei giochi di gamba rapidissimi, ma come direbbe il famoso scienziato: “eppur si muove”. Salta Koulibaly sulla corsia di destra, entra in aria di rigore, appoggia la palla indietro a Kross che di prima intenzione tira un destro raso terra, troppo veloce e preciso anche per Reina che viene preso in controtempo. Goal, il Napoli è sotto: 2 a 1 per gli 11 extraterrestri.

Minuto 54 st – Passano solo 5 minuti dal 2 a 1 di Kross e arriva la doccia gelata. Benzema cerca un triangolo con James a limite dell’area di rigore, Albiol chiude bene e respinge la palla che volteggia in aria lentamente a circa trenta metri dalla porta di Reina. Continua a scendere (ancora lentamente), fino ad arrivare sui piedi di Casemiro. Tutti i giocatori in campo , specie quelli del Napoli, osservano il percorso della palla con la testa rivolta verso il cielo manco fossero fuochi di artificio. Casemiro, comunque, non ci pensa su due volte e dipinge il suo capolavoro (e forse anche quello dell’intero torneo): tiro a volo e palla nell’angolo alla destra di Reina. Goal, Extraterrestri 3, Napoli 1. Il ragazzo ha segnato solo due goal in 79 partite. Questo, però, vale anche 10.

La partita continua, il Napoli reagisce a tratti. Ma il Real Madrid continua a far paura. Fortunatamente. un po’ gli errori sotto porta un po’ gli interventi di Reina hanno evitato che la situazione peggiorasse. Qualche tifoso napoletano, oggi, è ancora lì a spiegarsi e a guardare e riguardare il replay di quel tiro di Mertens, su appoggio di Callejon a volo, a 5 metri dalla porta, con la palla che è andata oltre la traversa.

Una partita, per i napoletani, indimenticabile, perché ha fatto venir fuori il cuore di una città intera, che si è stretta attorno agli undici azzurri. Intanto, però, il sogno è ancora vivo. L’impresa sarà ardua, ma il Napoli di Sarri e i napoletani ci credono. D’altronde anche calpestare l’erba del San Paolo non è cosa da tutti giorni. Al Napoli sarebbe servita più cattiveria, precisione e decisione, magari. Ma quando si entra in uno stadio come il Bernabeu rischi anche di crollare dalla paura. E in tanti ci sono cascati. Il Napoli di Sarri, però, no. Questo non lo ha fatto. Ha saputo evitarlo anche mettendo in condizioni gli 11 extraterrestri di difendersi a tutto tondo. Non sarà bastato quel cuore di Insigne a portare la vittoria a casa. Ma sarà di certo servito a capire che un’impresa del genere è possibile. E, perché no, magari proprio al San Paolo.